La Rover 2000, prima auto eletta Car of the Year nel 1964

Car of the Year, dalla Rover 2000 alla XC40. Nelle 55 edizioni disputate tanti i modelli diventati mitici

di Giampiero Bottino
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GINEVRA - In principio, e cioè nel 1964 quando fu incoronata la prima “Auto dell’Anno” europea, a designare la vincitrice furono 26 giornalisti specializzati provenienti da 9 Paesi. C’era la cortina di ferro, oltre la quale a circolare erano quasi solo le vetture assegnate ai burocrati e ai funzionari delle varie nomenklature dell’Est. Oggi ad assegnare il titolo alla Volvo XC40 sono stati 60 giurati provenienti da 23 diverse nazioni del continente.
 

 

Nell’arco di queste 55 edizioni, il mondo è cambiato radicalmente e rapidamente, ma l’automobile non ha mai cessato di essere protagonista della quotidianità, anzi ha coinvolto sempre più ampie platee di utilizzatori e di appassionati. E il trofeo destinato alla «più bella (e buona) del reame» ne ha accompagnato e assecondato la crescita, dotandosi di un Comitato organizzativo di cui fanno parte i rappresentanti delle sette testate specializzate che storicamente si occupano a rotazione di organizzare gli eventi preparatori e la premiazione finale e che quest’anno è presieduto dalla francese Emmanuelle Bouron. Rispetto a questa struttura logistico-amministrativa la giuria è assolutamente autonoma.

Analizzando storicamente i risultati, il trofeo che nell’edizione inaugurale fu assegnato alla Rover 2000 (nome che da solo sembra evocare un’altra era automobilistica) oggi ha consacrato per la prima volta un modello «made in Sweden»: tra i due eventi è passato oltre mezzo secolo, e la classifica, del tutto ufficiosa, per «squadre nazionali» vede primeggiare la Francia, con 16 vittorie l’ultima delle quali ottenuta nella scorsa edizione grazie alla performance della Peugeot 3008 che ha aperto la strada ai Suv, fino ad allora rigorosamente ignorati dalla giuria e oggi sulla cresta dell’onda, come conferma il successo Volvo. Su questo podio virtuale alle spalle dei cugini d’oltralpe troviamo il made in Germany, forte di 13 successi, uno in più rispetto alle vetture italiane.

Il nostro amor proprio trova però un immediato riscatto se dall’analisi per origine geografica si passa a quella per marca: in testa alla graduatoria ci sono i 9 trofei di cui può fregiarsi il marchio Fiat, che gode di un buon vantaggio sulla Renault (6 vittorie) e sul terzo gradino di questo podio particolarmente affollato: vi trovano infatti posto con 5 successi ciascuna la Ford, la Peugeot e la Opel, che ne ha conquistato uno – nel 2009 – in «coabitazione» con Chevrolet grazie all’accoppiata Ampera/Volt, «gemelle» elettrificate figlie di un progetto sviluppato quando la casa di Rüsselsheim faceva ancora parte del gruppo General Motors.
 

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Lunedì 2 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 03-04-2018 10:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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