Mauro Caruccio, ad di Toyota Motor Italia davanti alla Mirai

Caruccio (Toyota) ai Masterclassers di Giffoni: «Futuro virtuoso soltanto a impatto zero. Mirai auto simbolo»

di Nicola Desiderio
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GIFFONI - Un grande schermo per piccoli uomini. Il cinema per bambini e ragazzi ha da sempre la sua capitale mondiale a Giffoni dove da 49 anni si svolge il Festival del Cinema dedicato proprio ai più giovani. Una platea ideale per parlare di ideali, di sogni e di futuro anche per la mobilità. «A Giffoni non abbiamo voluto parlare di automobili, ma dei nostri valori» afferma Mauro Caruccio, l’amministratore delegato di Toyota Motor Italia che alla manifestazione campana ha tenuto una masterclass raccontando la storia di un’azienda dove il sogno è costruire una mobilità accessibile per tutti, senza alcuna distinzione o discriminazione. Un messaggio che Toyota, oltre nel cinema – la casa giapponese partecipa anche al Festival di Venezia – sta cercando di promuovere anche nel mondo dello sport e che ha alla base un’idea di società inclusiva, dove tutti gli individui possono muoversi liberamente.
 

 

Anche il fondatore, Sachichi Toyoda, aveva un sogno: costruire la prima automobile giapponese di massa. Non vi riuscì, ma il suo sogno fu ereditato dal figlio Kiichiro che nel 1935 lo realizzò con la AA dando il via a qualcosa che sembrava impossibile: trasformare un’azienda che faceva telai tessili in legno in uno dei più grandi costruttori al mondo di automobili. Oggi Toyota è impegnata in un’altra trasformazione: diventare una mobility company tagliando del 90% le emissioni di CO2 entro il 2050 e mettendo sul mercato 5,5 milioni di auto elettrificate entro il 2025. Ma se per altri costruttori questo è un futuro completamente nuovo, per Toyota è un sogno iniziato nel 1997, quando fu presentata la Prius, la prima auto ibrida di massa, in occasione del vertice di Kyoto. Sembrava un sogno, invece oggi circolano oltre 13 milioni di Toyota e Lexus ibride e tutti gli altri costruttori guardano all’accoppiata tra il motore a scoppio e l’elettrico come la soluzione per diminuire le emissioni. La Prius, come dice il termine latino, era in anticipo sui tempi. Il prossimo sogno è la Mirai, che in giapponese vuol dire “futuro”: è l’auto che per muoversi utilizza l’idrogeno, l’elemento più presente in natura, ed emette solo vapore acqueo allo scarico. La Mirai è stata presentata nel 2015 che, secondo Caruccio, rappresenta un anno cruciale dove si concentrano 4 eventi importanti. Per la prima volta infatti l’Expo di Milano parla di ambiente e ha per tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e papa Francesco emette l’enciclica “Laudato si’” che tratta esclusivamente di temi ambientali chiamando la società ad una conversione ecologica. Il 2015 è anche l’anno del COP21 di Parigi – l’accordo siglato tra 195 paesi per ridurre di 2 gradi il riscaldamento globale – e l’Onu fissa i 17 obiettivi per la promozione dello sviluppo sostenibile entro il 2030. Nello stesso anno Toyota lancia la sua sfida: diminuire del 90% la propria impronta di CO2 rispetto ai livelli del 2010. Un caso? Secondo Caruccio non lo è. C’era già un humus che ha fatto da terreno fertile per questo cambiamento e che ha provocato un cambio dei valori di riferimento presso tutta l’opinione pubblica, ma in particolare presso i millenials, quelli che a Giffoni vengono definiti gli ex-Giffoners (18-25 anni) e che costituivano la platea della masterclass di Toyota. «La cosa importante che loro devono sapere è che abbiamo sviluppato in quasi 25 anni una piattaforma tecnologica per ogni forma di elettrificazione e che vogliamo una mobilità libera e accessibile. Noi crediamo che la mobilità sia la forma più nobile di libertà, che ciò che oggi sembra impossibile è possibile solo se si ha il coraggio di seguire i propri sogni. La mobilità deve cambiare necessariamente e noi ci impegniamo a cambiarla seguendo i nostri valori e dando ai giovani un messaggio di ottimismo: la vera energia rinnovabile siete voi!».
 

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Martedì 30 Luglio 2019 - Ultimo aggiornamento: 12:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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