Dacia Hipster Concept: la rivoluzione elettrica delle E-Car parte dall’essenziale

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Dacia ripensa l'auto da città con il concept Hipster. Lunga 3 metri, 4 posti, autonomia “adeguata” e prezzo choc
PARIGI – Chi l’ha detto che le Kei Car possono essere solamente asiatiche? La risposta europea si chiama Dacia Hipster e, seppure si tratti ancora di un Concept, è già marciante. Si muove in assoluto silenzio perché parliamo pur sempre di una vettura elettrica. La E-Car è quindi ciò che ci potrà attendere nel prossimo futuro in termini di mobilità cittadina, tra stile e accessibilità sempre in coerenza con la filosofia che ci ha insegnato il marchio romeno del Gruppo Renault.
In un panorama dove le auto diventano sempre più grandi, complesse e costose, Dacia sceglie di ripartire da un foglio bianco tornando all’essenziale in chiave contemporanea. Il risultato è una city car lunga appena tre metri, alta poco più di un metro e mezzo e larga 1,55, capace di ospitare quattro adulti e offrire fino a 500 litri di capacità di carico. Un obiettivo reso possibile grazie ad un lavoro minuzioso di ottimizzazione degli spazi e di riduzione del peso. La Hipster è infatti più leggera del 20% rispetto alla Spring, il che significa meno materia prima, meno energia per la produzione e meno consumo durante la marcia. Un circolo virtuoso che Dacia definisce “eco-smart”, volto a dimezzare l’impronta di carbonio rispetto ai veicoli elettrici attuali.

La filosofia che guida il progetto è semplice: costruire una minicar che risponda alle reali esigenze quotidiane. In Europa, il 94% degli automobilisti percorre meno di 40 km al giorno, e in Italia la media si ferma a 43. Due ricariche alla settimana sono quindi più che sufficienti per la routine urbana con qualche puntata anche al di fuori le mura cittadine. La batteria, con capacità stimata tra 17 e 18 kWh, promette circa 150 km di autonomia, mentre la ricarica può avvenire comodamente a casa, senza infrastrutture dedicate.
Anche l’estetica segue questa logica di semplicità funzionale. Le forme sono squadrate e robuste, il cofano è corto, con le ruote poste ai quattro angoli. Non ci sono sbalzi anteriori o posteriori: la carrozzeria finisce esattamente sopra gli pneumatici sfruttando al massimo il passo per offrire maggior spazio all’interno dell’abitacolo. Il frontale, a sviluppo orizzontale, presenta un disegno pulito e lineare che integra i fari LED. Quasi verticale anche il parabrezza, mentre la vista laterale è spigolosa. Il posteriore è pensato per la massima praticità con un portellone sdoppiato in due sezioni, una che si apre verso l’alto e una verso il basso, con le luci LED poste all’interno del lunotto.

Dacia ha applicato anche sulla Hipster Concept il suo principio del “design to cost”. La carrozzeria è infatti tinta in massa con un solo colore e prevede soltanto tre componenti verniciati, la parte frontale e gli inserti laterali delle porte. Le protezioni in plastica colorata, realizzate in materiale riciclato Starkle, eliminano la necessità di ulteriori trattamenti, e perfino le maniglie lasciano spazio a semplici cinghie in tessuto, leggere ed economiche. È una scelta che può sembrare radicale, ma che riflette perfettamente la filosofia di Dacia: ridurre il superfluo senza rinunciare alla praticità.
All’interno, la Hipster sorprende per luminosità e sfruttamento degli spazi. Il parabrezza e i finestrini verticali amplificano il volume interno, mentre la sezione anteriore vetrata del tetto accentua la sensazione di guidare all’aria aperta. Tutto è concepito per essere semplice, robusto e accessibile. I finestrini laterali sono scorrevoli, scelta che riduce peso e costi. I sedili anteriori sono formati da una panca unica, richiamo nostalgico alle auto popolari del passato ma reinterpretato con materiali moderni e trame tecniche. I poggiatesta traforati, oltre a un tocco di originalità, contribuiscono alla riduzione complessiva della massa.

Il cruscotto ospita due airbag e resta volutamente essenziale. La connettività è affidata alla filosofia BYOD, “Bring Your Own Device”, già vista su altri modelli Dacia. In pratica, lo smartphone del conducente funge da sistema multimediale, navigatore e chiave digitale per aprire e avviare l’auto. Attraverso una docking station, il telefono diventa display centrale e controlla anche l’impianto audio, costituito da un altoparlante Bluetooth portatile compatibile con il sistema modulare YouClip. A tal proposito la Hipster presenta ben 11 punti di fissaggio distribuiti tra plancia, porte e bagagliaio per consentire di agganciare accessori come portabicchieri, plafoniere o braccioli.
Piccola fuori ma spaziosa dentro. Il divanetto posteriore è ribaltabile e consente di far passare il bagagliaio da una capienza di 70 fino 500 litri, tanto da permettere di caricare a bordo persino una lavatrice. È la dimostrazione che anche un’auto di tre metri può essere davvero utile nella vita quotidiana.

Anche se teoricamente già pronta per la produzione, la Hipster Concept attualmente non è ancora classificabile perché, a seconda delle evoluzioni normative europee, potrebbe essere omologata come citycar, quadriciclo pesante o persino Kei Car. Dacia stessa attende infatti la definizione di una nuova classe regolamentare — quella delle cosiddette E-Car — per dare eventualmente il via alla produzione. L’obiettivo è creare una vettura elettrica con un prezzo che si aggiri attorno ai 15.000 Euro.




