Dacia, le ambizioni sono elevate: con il Sandrider l’obiettivo è vincere la Dakar 2025
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Dacia è, come noto, un marchio rumeno di proprietà della francese Renault, ma la nuova Dacia Spring viene costruita in Cina, a Shiyan, provincia di Hubey, negli impianti di eGT New Energy Automotive (joint venture tra Dongfeng, Renault e Nissan). Pur essendo un’auto tutta nuova per lo stile, le dotazioni e la motorizzazione, la Spring di seconda generazione nasce sulla piattaforma CMF-A sviluppata da Renault e Nissan e utilizzata per un’auto sconosciuta in Europa, ovvero la Renault Kwid, inizialmente destinata al mercato indiano, poi anche ai mercati cinese e brasiliano.
In vendita da ottobre, la nuova Dacia Spring si candida al ruolo di auto elettrica più economica tra quelle in vendita in Italia. Il listino parte infatti dai 17.900 euro previsti per la Spring Electric 45 Expression da 32 kW/45 cv. A 18.900 euro viene proposta la più potente e meglio equipaggiata Spring Electric 65 Expression 48 kW/65 cv. La più cara è la versione Business della Spring Electric 45, proposta full optional a 19.200 euro. In casa Dacia aspirano a dare una scossa al mercato delle BEV, che tra giugno e agosto è sceso in Italia dall’8,3 al 3,7%.
La nuova Dacia Spring viene proposta, a partire da ottobre, nelle due varianti di motorizzazione elettrica, una da 45 cv, un’altra da 65, che montano la medesima batteria da 26,8 kWh, ma le due versioni si differenziano, oltre che per la potenza, le prestazioni e gli equipaggiamenti di bordo, anche per il sistema di ricarica. Con la Spring meno potente ci si deve accontentare infatti del caricabatterie di bordo di serie, da 7 kW, che fa il pieno solo in corrente alternata; la 65 cv, invece, prevede in opzione quello in corrente continua, che accetta fino a 30 kW. Ma si paga a parte (600 euro), al pari del cavo di ricarica domestica Mode 2 (300 euro).