L'entrata del Hub Ford a New York vicino a Ground Zero

Ford apre un Hub a New York, l’obiettivo è muovere la gente. Nel negozio si vendono servizi di mobilità

di Nicola Desiderio
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NEW YORK - Si può sempre ricominciare, anche se è il cuore ad essere stato colpito. E il cuore oggi pulsa eccome a Ground Zero dove, accanto al museo e al monumento che ricordano le vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001, ora ci sono il nuovo grattacielo del World Trade Center e l’Oculus. Fuori sembra un enorme occhio che non si chiude mai verso la memoria, ma soprattutto guarda con forza al futuro che da sempre New York incarna, con il suo spirito e la sua architettura. In realtà, è uno scheletro composto da 110 costole in acciaio dal peso di 56 tonnellate l’una e in pancia ha una stazione della metropolitana, una piazza e un centro commerciale.

La Quinta Strada è a mezz’ora di cammino, ma qui per lo shopping c’è tutto. Abbigliamento, cosmetici, accessori… e, tra un negozio di valigie ed uno di zaini, ce n’è uno che ha sulla porta la firma blu di Ford. Una concessionaria? Nient’affatto: qui di Fusion, Explorer o F-150 non c’è l’ombra e non si tratta neppure di una trappola infarcita di gadget e merchandising. Non ci sono neppure depliant, e, se proprio volete vedere qualche Ford, c’è una sala i cui muri sono letteralmente tappezzati di migliaia di modellini in scala. Questo è il primo ed unico Ford Hub ed è la vetrina di quello che la casa di Dearborn vuole essere, ovvero una mobility company.

Che cosa vuol dire? Che l’inventore della catena di montaggio e della motorizzazione di massa si è messa in mente di mettere al primo posto il far muovere le persone e non vendere semplicemente automobili. Anche perché basta riemergere su Manhattan e sentire l’urlo della “città che non dorme mai”, per ammonirci che qualcosa dobbiamo sicuramente cambiare nel modo e negli strumenti che utilizziamo per muoverci. Qui invece sembra quasi di stare da Tiffany, ma con uno stile molto più “friendly”. Isadora è una ragazza sorridente e ci viene incontro con la mano nella mano sul petto.

È il gesto che dice «dimmi che cosa posso fare per te» o del «chiedimi e ti spiego tutto» e, prima che tu te ne accorga, ti ha messo in mano la “Hub Card”, una sorta di promemoria con codice a barre per tutte le attività che si possono fare all’interno di questo strano concessionario. Ci si può fare un “self-driving selfie”, viaggiare nella città intelligente con la realtà virtuale o capire che cosa vuol dire recuperare energia utilizzando più mezzi di trasporto. Il messaggio è chiaro: l’auto non è più il centro del mondo, neppure per chi le fa.

E poi ci sono i servizi di mobilità. Ford a New York ha già attivo Chariot, qualcosa a metà tra il ride hailing e il van pooling: detta come si direbbe dalle nostre parti, sono minibus che seguono percorsi stabiliti, ma che l’utente può controllare in qualsiasi momento attraverso un’app prenotando ad orari prestabiliti un posto sicuro con wi-fi gratuito. Si paga automaticamente su carta di credito e una corsa costa 4 dollari, niente male considerando che per la metropolitana ci vogliono 3 dollari. Mentre Isadora ce lo dice, ha già preso un buono omaggio per provare Chariot: è una nuova Ford, anzi è la nuova Ford.
 

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Giovedì 14 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 15-06-2018 13:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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