Dacia Hipster

Hipster, Dacia prepara la e-car. Molto compatta, con soluzioni semplici e geniali, anticipa la possibile auto dell’Unione Europea

di Michele Montesano
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Tra l’avanzata dei marchi cinesi e le sempre più stringenti normative anti inquinamento, l’industria dell’auto europea si trova stretta in una morsa in cui è sempre più difficile divincolarsi. Come se non bastasse sia le citycar che le utilitarie, da sempre l’ossatura del mercato continentale, sono quasi del tutto scomparse.
Tuttavia nei congestionati centri cittadini si può assistere a un fiorire di microcar elettriche, novità che può essere letta come una risposta all’attuale mobilità urbana. Osservando il dilagare di questi quadricicli e ispirandosi alle Kei car giapponesi, le auto di piccole dimensioni che affollano le strade del Paese del Sole Levante, i piani alti di Bruxelles hanno varato l’idea di vetture compatte, meno soggette a vincoli normativi e più economiche.

Ad annunciarlo è stato il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen svelando l’idea delle E-car. Dove la lettera E ha un triplice significato: environmental, economical ed European, nell’ordine efficiente, accessibile e prodotta in Europa. Bisogna, però, riconoscere che la paternità dell’idea arriva dai costruttori. A proporla era stato, in tempi non sospetti, Luca de Meo nella duplice veste di presidente di ACEA (l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) nonché CEO del Gruppo Renault. Anche se ha lasciato entrambe le cariche, l’eredità di de Meo è proseguita fino a valicare le porte di Bruxelles. L’idea si è ora trasformata in realtà grazie a Dacia e alla sua concept Hipster, anche in questo caso frutto della “Renaulution” voluta dal manager italiano. Sebbene si tratti di un prototipo, la E-car è una vettura marciante a tutti gli effetti. Silenziosa, grazie al suo motore elettrico, la Hipster ha fatto il debutto a Parigi nell’Hangar Y.

Dove una volta venivano ospitati i dirigibili, giganti del cielo che rappresentavano lo spirito pionieristico dall’aeronautica della fine del XIX secolo, ora tocca a Dacia presentare la sua idea di futuro della mobilità ma in appena tre metri di lunghezza. A metà strada tra una microcar e una citycar, la Dacia Hipster è nata da un classico foglio bianco. Questo perché prefigura un segmento di auto che, di fatto, ancora non esiste. Una sfida che si è concretizzata con forme messe a servizio della praticità tipiche del marchio romeno. Troviamo quindi in 3 metri di lunghezza, 1,53 di altezza e 1,55 di larghezza spazio per quattro persone. Il merito è del design cubico in grado di trasmettere solidità e semplicità. Sbalzi nulli, ruote poste ai quattro angoli della vettura, per aumentare il passo e l’abitabilità a bordo, ma soprattutto una personalità che, grazie alle luci LED, strizza l’occhio allo stile cyberpunk.

Design funzionale, come ama spesso fare Dacia, con la carrozzeria tinta in massa e disponibile in un solo colore, protezioni in Starkle, un materiale proprietario con 20% di plastiche riciclate, solamente tre componenti verniciati e maniglie delle portiere sostituite da cinghie in tessuto. Anche gli interni della Hipster riflettono appieno la filosofia Dacia: ridurre il superfluo senza rinunciare alla praticità. Sfruttando il parabrezza, i finestrini e il lunotto a sviluppo verticale, il volume dell’abitacolo sembra decisamente superiore a quanto ci si aspetterebbe dall’esterno. Dentro c’è spazio per quattro persone che si possono accomodare su sedili in tessuto tecnico, un richiamo alle auto popolari del passato, ed estremamente leggeri. Il bagagliaio, cui si accede dall’ampio portellone diviso in due parti, offre una capienza di 70 litri fino ad arrivare a 500 litri reclinando il divano posteriore. Minimalista pure la plancia con tutti i comandi fisici raggruppati sul volante e un piccolo quadro strumenti digitale. Toccherà allo smartphone del conducente, alloggiato al centro del cruscotto, fare da sistema multimediale grazie a un’apposita app.

Non mancano 11 punti di fissaggio YouClip, sparsi nell’abitacolo, per personalizzare la vettura agganciando accessori come speaker Bluetooth, portabicchieri e plafoniere. Con un peso inferiore a 800 kg, la Hipster fa della leggerezza un punto di forza. Ciò significa meno materiale, costi ed energia ridotti per produrla ma, soprattutto, per muoverla. Anche per questo motivo sia il motore elettrico che la batteria sono dimensionati per un uso medio in ambito cittadino garantendo un’autonomia di circa 150 km. Mentre il sistema di ricarica è a bassa potenza per rendere il sistema meno complesso, pesante e costoso. Anche se in Dacia hanno affermato si tratti di un prototipo, la Hipster sembra già pronta per la produzione. Tuttavia bisognerà attendere per vederla sulle nostre strade, perché tutto dipenderà da cosa deciderà l’Unione Europea in materia di E-car. Unica certezza è che Dacia non si farà cogliere impreparata, offrendo la Hipster ad un prezzo aggressivo nel puro stile del marchio e del suo mantra “value for money”.

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martedì 14 ottobre 2025 - Ultimo aggiornamento: 19:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA