Casa automobilistica britannica nata nel 1924. Due lettere… MG! Risposta esatta, ma non esattissima perché il Morris Garages – la cui abbreviazione è appunto MG – esisteva già da qualche anno prima come punto vendita e centro assistenza fondato da William Morris. Ma fu Cecil Kimber, arrivato da Londra a Oxford nel 1921, a suggerire la trasformazione in piccola factory di autovetture che avrebbe collezionato probabilmente il record mondiale di tutti i tempi per i passaggi di proprietà e denominazione. British Motor Corporation, British Leyland, Austin Rover, Rover Group, BMW Group… fino al passaggio nel 2006 al Nanjing Automobile Group inglobata l’anno successivo dalla SAIC.
Vero è però che il marchio nacque ufficialmente il I maggio 1924 come “Morris Oxford - The MG Super Sports” e tre anni dopo assunse come logo le due lettere nell’Ottagono per il quale anche la MG odierna si fa riconoscere. Una storia cominciata in un caseggiato di mattoni rossi sulla Longwall Street con la 14/28, proseguita poi nello stabilimento di Abingdon on Thames dal 1929. Una storia segnata soprattutto da auto piccole, leggere e soprattutto scoperte come la MGB del 1962 che quest’anno era parte, insieme alla nuova Cyberster, della enorme scultura che campeggiava nel giardino di fronte al castello di Charles Henry Gordon-Lennox, conte di Richmond nonché duca di March più una sfilza di altri titoli nobiliari che però non superano la fama di organizzatore del Festival of Speed di Goodwood.
Nella vecchia Inghilterra la nobiltà è una cosa che riguarda anche il motorsport e, anche se MG vi ha rinunciato da tempo, sta sicuramente facendo pesare la forza del suo brand nel suo processo di rinascita e trasformazione che è tutto nei numeri: l’1,4% del mercato europeo e addirittura il 2,4% del mercato italiano dopo soli 3 anni di presenza con l’obiettivo di raggiungere il 3% entro l’anno e poi andare oltre con una gamma che conta già 7 modelli. Tra questi spicca l’ultimo, la MG3, che è sicuramente il più interessante perché appartiene al segmento B, quello delle 5 porte lunghe intorno ai 4 metri e che fa dei suoi principali argomenti un sistema full-hybrid da ben 195 cv e un prezzo a partire da 20mila euro. Nel frattempo il modello più venduto di MG è la ZS, Suv compatto lungo 4,32 metri con due motori a benzina (1.5 da 106 cv e 1.0 turbo da 111 cv) o elettrica con potenze da 115 kW o 130 kW e autonomia da 320 a 440 km.
Il marchio sino-britannico vuole ora rafforzare la parte più alta del proprio listino, a partire dalla nuova HS presentata proprio a Goodwood e che con la sua versione ibrida plug-in promette di fare almeno 120 km ad emissioni zero grazie ad una batteria cresciuta da 16,6 kW a 24,7 kWh. Per chi la spina proprio non la sopporta, c’è sempre il motore 1.5 da 169 cv in purezza, anche con il cambio automatico doppia frizione a 7 rapporti. Chi invece vede nell’elettricità il futuro dell’automobile, non ha che l’imbarazzo della scelta, a cominciare dalla MG4, una berlina 5 porte lunga 4 e 29 con autonomia fino a 520 km e con potenze da 125 kW fino ai 320 kW della versione X-Power bimotore che chiude lo 0-100 km/h in 3,8 s. Davvero unica sul mercato è la MG5, una station wagon lunga 4 metri e 60 cm con bagagliaio da 479 a 1.367 litri e motori da 115 kW con batteria LFP o da 130 kW con la più performante batteria NMC. La più moderna nello stile e nel sistema di propulsione è sicuramente la Marvel R. È lunga 4,67 metri e ha due versioni: una con due motori elettrici posteriori da 132 kW complessivi con trasmissione a due rapporti e l’altra con un motore anteriore aggiuntivo da 80 kW per una potenza totale di 212 kW. L’autonomia massima della Marvel R è di 400 km. Andranno ben oltre per prestazioni, stile, efficienza e tecnologie le vetture della IM, il marchio premium di SAIC creato insieme ad Alibaba e che presto affiancherà la MG.
Basta uno sguardo per capire che parliamo di animali di un’altra razza e di un’altra stazza visto che si tratta di automobili lunghe più di 5 metri e con autonomie fino a 800 km grazie a batterie di nuova generazione allo stato solido. Questo non vuol dire certo che il marchio MG rimarrà fermo o si confinerà a vetture compatte. Anzi… la dimostrazione sono la berlina MG9 e il Suv S9 lunghi 5 metri con batteria da 90 kWh e autonomie oltre i 500 km. L’Ottagono però a Goodwood non ha fatto menzione di tutto questo e ha puntato di più a tradizione e sportività.
La EXE181 è il prototipo che punta a battere il record di velocità di 410,5 km/h che la MG fissò nel 1959 grazie da un prototipo guidato da Phil Hill, la GTS è invece la coupé derivata dalla nuova Cyberster. La vita può iniziare a 100 anni.