MONTREAL - Il pneumatico senza aria, che non si buca e non scoppia sarà realtà nel 2024 e si chiamerà Uptis. Lo hanno annunciato Michelin e General Motors al Movin’On, il summit sulla mobilità sostenibile in corso a Montreal e che vede l’incontro del mondo dell’industria, della politica e della finanza con quello dell’informazione e della ricerca.
Uptis sta per Unique Puncture-proof TIre System, ovvero sistema pneumatico unico a prova di foratura ed è per ora un concept, ma Michelin ha annunciato insieme a General Motors che sarà su un veicolo di serie del costruttore americano entro 5 anni e che la sperimentazione inizierà con una flotta di veicoli già da quest’anno sulle strade del Michigan. L’Uptis è in pratica una striscia di gomma tassellata fissata su una struttura in polimeri e fibra di vetro formata da tanti raggi, montata a sua volta su un cerchio in alluminio. L’idea non è nuova ed era stata la Michelin stessa a svilupparla con il Tweel già 15 anni fa, ma il suo utilizzo è rimasto estremamente limitato (cart da golf, piccoli mezzi per movimento terra, muletti e ATV). L’Uptis sviluppa una delle 4 idee portanti del concept Vision che la Michelin aveva presentato proprio al Movin’On nel 2017 ovvero: senz’aria, stampabile, connesso e sostenibile.
«Abbiamo bisogno di tecnologie realistiche e dobbiamo avere un approccio realistico realizzando la nostra visione passo dopo passo. E questo è un nuovo passo» ha detto Florent Menegaux, amministratore delegato di Michelin di fronte alla platea del Movin’On. L’Uptis ha un potenziale per l’ambiente e la sicurezza davvero enorme: circa il 20% degli automobilisti ha a che fare con cali di pressione – siano essi progressivi o improvvisi creati da esplosioni – degli pneumatici che creano situazioni di pericolo mentre sono oltre 200 milioni gli pneumatici che ogni anno vengono buttati prematuramente per forature o danneggiamenti. I primi utilizzi di Uptis riguarderanno probabilmente i mezzi a guida autonoma azzerando in questo modo anche l’intervento umano necessario per la sostituzione dello pneumatico. Difficile che invece lo vedremo in Europa prima della seconda metà del prossimo decennio, ma la strada è aperta.