I principali modelli dell'intera gamma mondiale di Nissan schierati nella ex base dei marines El Toro

Viaggio in Nissan: al 360 full immersion
nella casa automobilistica più in crescita

di Giorgio Ursicino
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LOS ANGELES - Alan Mullaly o Martin Winterkorn? Sergio Marchionne o Carlos Ghosn? Quando la cronaca degli anni Duemila passerà alla storia, sarà interessante scoprire quale dei super presidenti dell’auto verrà riconosciuto come principale protagonista di un’era di fondamentale importanza per lo strategico settore della mobilità individuale.

Comunque vada il manager di origini libanesi, nato in Brasile e cresciuto in Francia, sarà in pole position fra gli innovatori capaci di aprire nuove strade. Un personaggio audace e coraggioso che ha precorso i tempi rilanciando da occidentale una storica casa giapponese solido cardine dell’Alleanza diventata un riferimento per tutti. Sotto l’abile regia di Carlos Ghosn la Nissan è uscita dalla palude con una rapidità impressionante diventando in pochi anni l’azienda del settore con la crescita più vigorosa, un gigante globale perfettamente assettato che presidia con maestria i principali mercati del pianeta.

Dirigente geniale con la fama da duro, Ghosn ha una marcia in più in due particolari aree: è un comunicatore geniale e, soprattutto, un “visionario”, riesce cioè ad anticipare come si evolverà lo scenario, dando energici scossoni al momento opportuno. Quando fu inviato dall’allora numero uno di Renault Louis Schweitzer in Giappone, per disincagliare Nissan di cui i francesi si erano accollati il 44% del pacchetto azionario, furono in pochi fra quelli che ascoltarono il suo primo discorso a pensare che sarebbe riuscito a farcela.

I giapponesi lo guardavano come un extraterrestre mentre, in giapponese, spiegava come avrebbe tagliato, licenziato, chiuso, ristrutturato, rilanciato. Una rivoluzione da far strabuzzare gli occhi ai flessibili americani figuriamoci ai nipponici fino al qual momento abituati a considerare la propria azienda come una famiglia. La conclusione del discorso “mission impossible” apparve ancora più sconcertante: «Il lavoro sarà impegnativo, ma non difficile: quest’azienda ha i cassetti zeppi di progetti...».

Ghosn non si sbagliava, da quel giorno in poi la risalita fu costante e rapida e la casa giapponese si trasformò in una gallina dalle uova d’oro per quella francese che aveva avuto l’intuizione giusta. Poco più di dieci anni fa Renault e Nissan vendevano più o meno lo stesso numero di veicoli, oggi la seconda fa quasi il doppio della prima, frenata in casa dalle notevoli difficoltà dell’economia e del mercato dell’auto europei. «Lo scorso anno abbiamo venduto solo in America quando vendevamo in tutto il mondo dieci anni prima», hanno dichiarato gli uomini Nissan sulle sponde dell’Atlantico durante il memorabile “360”, una full immersione totale nella realtà del gruppo nipponico, una visione panoramica che affonda le radici in una tradizione gloriosa e punta i riflettori sul futuro anche nel troppo vicino.

Il 1999 sembra ieri eppure Nissan ha più che raddoppiato la produzione e quest’anno potrebbe superare per la prima volta la storica barriera dei 5 milioni di veicoli consegnati ai clienti. Manco a dirlo Nissan 360 lo ha inventato Ghosn, una specie di Olimpiadi fatte in casa in cui per un mese il mondo intero viene chiamato a scoprire a che punto è Nissan e dove sta andando. E dove Ghosn in persona lancia un editto che è molto più di un sasso nello stagno.

Il primo 360 andò in onda a San Francisco. Era il 2004 e Ghosn confermò che il peggio era passato e la locomotiva aveva ripreso a tirare. Trascorso un quadriennio il secondo 360 fu organizzato in Portogallo, sempre sulle sponde di un’oceano e Ghosn, con una Nissan ormai in alta quota e lui alla giuda dell’Alleanza (aveva preso il posto del maestro Schweitzer, cioè era il numero uno anche di Renault), alzò l’asticella: «Dobbiamo pensare in modo diverso, è arrivato il momento dell’auto elettrica».

I fallimenti delle precedenti auto a batterie lasciavano molte perplessità, ma ancora una volta Ghosn aveva ragione e la Leaf lanciata nel 2010 ha fatto scattare la scintilla anche ai concorrenti tanto che al salone di Francoforte BMW ha svelato la sua i30 ad emissioni zero e Volkswagen addirittura la Golf e la up! senza tubo di scarico. Il terzo 360 si è concluso da poco, ancora una volta in California, nell’ex base dei marines El Toro adagiata sulla baia di Newport. «Cosa dirà mai Ghosn questa volta?», era la domanda nei giorni precedenti l’evento.

I conigli nel cilindro sembravano finiti ma, di nuovo, Ghosn non ha deluso: «Troppe vittime sulle strade di tutto il mondo e la principale causa è la distrazione di chi impugna il volante. È arrivato il momento dell’auto che si guida da sola. Eccola qui, questa Leaf già funziona ed entro il 2020 produrremo in serie vetture come questa ad un costo molto accessibile». Apriti cielo. Tutti i rivali sono corsi a casa e hanno tirato fuori dai garage qualcosa di simile sulla quale tutti stanno lavorando. Ma a calare l’asso in tavola è stato sempre Ghosn. Il 360 è andato molto oltre.

È stata l’occasione per vedere e provare l’intera produzione mondiale Nissan, dai furgoni alle super sportive (su tutte brilla la mitica GT-R), lanciare la sfida alla leadership mondiale nel segmento dei “commerciali” (entro il 2016) e ribadire gli obiettivi dell’ambizioso piano 88 che prevede l’8% del mercato mondiale (sempre nella stessa data) e l’8% di margine operativo sul fatturato. In quel periodo il mercato globale non sarà molto lontano dai 100 milioni di veicoli l’anno, quindi la crescita di Nissan sarà ancora vertiginosa.

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Domenica 13 Ottobre 2013 - Ultimo aggiornamento: 17-10-2013 18:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA