La seconda generazione della Nexo

Nexo, l'elettrica a idrogeno. Hyundai lancia la nuova generazione: facilità di utilizzo, buona autonomia, si rifornisce in un attimo

di Nicola Desiderio
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L’idrogeno è un sogno su 4 ruote che si coltiva nei paesi dell’Estremo Oriente come la Corea del Sud. E questo sogno continua con la Hyundai Nexo di seconda generazione che è stata presentata in occasione della trentesima edizione del Seoul Mobility Show e rilancia la strategia di una casa che sta dedicando all’idrogeno investimenti pari a 3,5 miliardi di euro, trovando collaborazioni che toccano anche altri costruttori come General Motors, Skoda e Iveco e mirando anche alle competizioni. Non è infatti un mistero che Hyundai entrerà dal prossimo anno nelle corse di durata con il marchio Genesis e un prototipo LMDh con l’obiettivo di portare alla 24 Ore di Le Mans un’auto da corsa ad idrogeno entro la fine del decennio. La Nexo invece partecipa ad altri due campionati, ugualmente importanti: quello delle auto vere e, allo stesso tempo, quello dell’immagine, come vetrina tecnologica di un intero gruppo. Lunga 4,75 metri (+8 cm), la Nexo ha uno stile originale, anticipato di qualche mese dal concept Initium, e che si ispira al concept Pony, disegnato da Giorgetto Giugiaro nel 1974 e pietra angolare per il design di tutte le Hyundai, dalla Ioniq 5 in poi.

Ciò accade in particolare per il frontale e le luci che sviluppano ulteriormente il tema dei pixel suddividendolo in 4 ed evocando anche il logo della HTWO – da leggersi H2, ovvero l’idrogeno molecolare così come si trova in natura – la divisione del gruppo Hyundai che si dedica allo sviluppo e alla commercializzazione degli stack di fuel cell. La scelta del pixel è anche culturale visto che il quadratino corrisponde anche al suono “m” nell’Hangul, l’alfabeto sul quale è basata la lingua coreana. Simon Loasby, il vulcanico responsabile globale del design di Hyundai, ha inoltre definito per la Nexo una nuova filosofia stilistica denominata Art of Steel con l’obiettivo di vestire in modo non convenzionale la terza generazione delle fuel cell sviluppate dalla casa coreana che si annunciano più durevoli, meno costose, più compatte e più efficienti tanto da permettere un’autonomia e prestazioni superiori.

La nuova Nexo infatti ha infatti un’autonomia di oltre 700 km contro i 666 km, un motore da 150 kW (+30 kW) e accelera da 0 a 100 km/h in 7,8 s. migliorando di quasi un secondo e mezzo. Il sistema di propulsione può tuttavia erogare fino a 190 kW: 110 kW (+16%) li mette lo stack – la scatola magica all’interno della quale l’idrogeno si combina con l’ossigeno contenuto nell’aria per produrre energia elettrica e acqua in forma di vapore – e i restanti 80 kW (il doppio di prima) li mette la batteria agli ioni di litio da 2,64 kWh che, così come in tutti i veicoli ad idrogeno, ha la funzione di fare da tampone tra i tempi di erogazione dello stack e le richieste del guidatore all’acceleratore. Si trovano invece sotto i sedili posteriori i tre serbatoi da 54,2 litri l’uno (162,6 litri complessivi) che ospitano i 6,69 kg di idrogeno a 700 bar per il cui rifornimento bastano 5 minuti. La Nexo può essere utilizzata anche come generatore di energia per ricaricare una bici, far funzionare un forno da campo, alimentare una casa o supportare la rete.

L’abitacolo segue i dettami delle ultime Hyundai mettendo a disposizione del guidatore due schermi da 12,3”, racchiusi in un unico pannello ricurvo e avvolgente, e un head-up display. Il sistema di bordo è provvisto di assistente vocale ad Intelligenza Artificiale e di un sistema di riconoscimento biometrico che, attraverso l’impronta digitale, permette l’utilizzo dei sistemi di pagamento dal sedile di guida. Sono cresciuti il bagagliaio (993 litri calcolati fino al tetto viaggiando in 5), lo spazio interno e l’accessibilità grazie alle portiere dotate di un ampio angolo di apertura e alla possibilità di utilizzare fino a 15 smartphone come chiave.

Elevato anche il grado tecnologico dei sistemi di assistenza alla guida che, oltre a prevenire gli incidenti o a ridurne gli effetti, ottimizzano la gestione dell’energia e tengono sotto controllo l’abitacolo con sensori radar per rilevare lo stato psicofisico del guidatore e la presenza di bambini o animali domestici. E i tecnici coreani non hanno dimenticato neppure il comfort, con i sedili anteriori provvisti di supporto per distendere le gambe, e la sostenibilità con l’utilizzo di materiali naturali quali il lino, vernici, schiume e plastiche di origine bio insieme a tessuti riciclati, pelli trattate con processi a basso impatto e polimeri recuperati da altre automobili, reti da pesca e bottigliette. L’auto a idrogeno – e la Nexo non è la sola – dunque è pronta, ci vogliono la rete di rifornimento e un ecosistema che punti a fare dell’elemento chimico più presente in natura un fulcro della transizione.

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martedì 22 aprile 2025 - Ultimo aggiornamento: 16:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA