La Opel Ampera-e

Norvegia, il paese elettrico. Al volante della Opel Ampera-e nella terra dei fiordi

di Nicola Desiderio
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OSLO - C’è una nazione dove già un’auto venduta su tre è elettrica o ibrida plug-in e sono pronti nel 2025 a staccare la spina alle auto con motore a combustione interna. E sì che di carburante per alimentarle ne avrebbero in abbondanza perché parliamo di un paese capace di estrarre quasi 1,8 milioni di barili di petrolio al giorno che ne fanno il 13° produttore mondiale di quello che è ancora definito l’oro nero. Il posto ideale per mettere alla prova la nuova Ampera-e che per le sue caratteristiche di performance ed autonomia si propone come la nuova regina dei modelli zero emission.

Benvenuti in Norvegia, patria dei Vichinghi, dei fiordi e delle auto con la spina – quella vera, non quella metaforica – visto che nel 2016 il 35% delle 154.600 vetture vendute aveva il cavo per rifornirsi – del tutto o in parte – attraverso la rete. E le auto con le batterie ormai rappresentano quasi il 10% del parco circolante (2,5 milioni). Nei primi 3 mesi dell’anno in corso la quota è ulteriormente salita al 37,1%, ma gli obiettivi sono ancora più ambiziosi: nel 2020 si arriverà al 70%, con un circolante di 400mila mezzi, e nel 2025 le auto con il motore a pistoni saranno messe fuorilegge e i 5 milioni di sudditi di re Harald V viaggeranno senza inquinare.

La Norvegia è di gran lunga il miglior mercato al mondo per le elettriche in termini percentuali e secondo per volume solo alla California (che però ha 40 milioni di abitanti), ma fa assai meglio dei maggiori paesi europei: la Germania è 22 volte più grande, la Gran Bretagna 18, la Francia 13 e per l’Italia il rapporto è di 1 a 12. Ma ancora più impressionante è la classifica dei modelli più venduti. Ai primi 15 posti ci sono almeno 6 vetture offerte solo in versione elettriche e ibrida plug-in, al secondo posto c’è la Nissan Leaf (l’elettrica più venduta al mondo), al terzo posto la Toyota C-HR, ma al quarto posto troviamo la Tesla X, che in Italia costa ben oltre 100mila euro, e all’11° posto c’è la Tesla S, pure lei nell’orbita dei cinque zeri. La Renault più venduta è la Zoe, tra le BMW la più gettonata è la i3. E parliamo rispettivamente della numero 9 e della numero 7 in classifica. Il modello più venduto in assoluto è la Volkswagen Golf, l’unica leggera differenza con il resto del mondo è che il 40% è e-Golf e un altro 19% è la GTE ibrida plug-in.

Altrettanto eloquenti i numeri relativi alla rete di ricarica: le colonnine di rifornimento sono oltre 9mila e, di queste, quasi un quinto sono a ricarica rapida, alcune ospitate nei parcheggi di grandi catene della ristorazione sfruttando l’accoppiata “fast food” e “fast charging. Tutte sono alimentate con energia proveniente da fonti rinnovabili come idroelettrico, eolico e biomasse, anch’esse più che abbondanti in un paese che certo non manca di acqua, di vento e di scarti provenienti dalla lavorazione del legno. A favorire un quadro di questo genere contribuiscono il fattore culturale, l’assenza di un’industria automobilistica domestica e un reddito molto alto – la Norvegia è il sesto paese al mondo per il PIL procapite con oltre 68mila euro – ma ancora una volta il fattore decisivo è la disponibilità del singolo cliente ad aprire il proprio portafoglio. Il norvegese che decide di comprare un’auto elettrica sa che non pagherà l’Iva (25%), né la tassa di possesso e d’importazione, inoltre avrà gratis le autostrade e i traghetti che servono a passare da un lato all’altro dei fiordi.

Non si pagano neppure i parcheggi e si possono usare le corsie preferenziali riservate a taxi e mezzi pubblici. Insomma un pacchia che fa sorgere una domanda: come è finanziato tutto questo? La risposta ce l’ha data Petter Haugneland. «Abbiamo un meccanismo di bonus-malus che penalizza le auto che consumano e inquinano di più fino a triplicarne il prezzo – afferma il Communication Manager della Norwegian EV Association – e con questo denaro il governo finanzia il regime fiscale che favorisce l’auto ad emissioni zero. Ovviamente queste politiche servono a gestire una transizione e non dureranno per sempre. Nel 2020 il governo le rivedrà in base alla situazione, ma noi pensiamo che per il 2025 l’auto elettrica avrà un prezzo accessibile per tutti e un’autonomia di almeno 400 km. Dunque non ci sarà più bisogno di incentivi». Ma la scossa c’è già stata.
 

 

 

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Sabato 17 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 18-06-2017 16:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2017-06-18 17:48:22
Purtroppo con noi Italiani funziona solo il bastone, non meritiamo democrazia e libertà, oltre a rischiare di ucciderti perché addirittura usano l'iPad al volante ti insultano anche.
2017-06-18 21:36:20
certo che finchè vai in meridione e trovi che lì viaggia il 40% di mezzi ancora euro zero più o meno assicurati, di paragoni non se ne possono fare. anche se gli dai un'auto elettrica che fa 600 km con un pieno ed una colonnina ad ogni angolo di marciapiede quelli l'auto ecologica non la prendono. e di incentivi non se ne parla finchè mamma fiat non si butta sul mercato dell'elettrico. quando faceva la panda elettrica, che era un carrello elevatore travestito da auto, gli incentivi li avevano messi.