Muoversi utilizzando l’elemento chimico più abbondante in tutto l’universo usando e restituendo all’ambiente l’elemento che ricopre il 70% del nostro pianeta, ovvero l’acqua, è un sogno che si può già acquistare dal concessionario. Se solo ci fossero i distributori per l’idrogeno. Ma se la situazione migliorerà sotto la spinta del PNRR e la necessità di decarbonizzare i cosiddetti settori “hard-to-habate” – industria, mezzi da lavoro e trasporto aereo, marittimo, ferroviario, pesante, bus, etc. – spingerà la formazione di una vera filiera di produzione e distribuzione dell’idrogeno, ci sarà la possibilità di rifornirsi anche per le due automobili fuel cell che si possono trovare sui listini in Italia.
Sono la Hyundai Nexo e la Toyota Mirai, due nomi che richiamano il futuro: per la coreana deriva dall’inglese next cioè “prossimo” mentre Mirai è la traduzione pari pari dal giapponese “futuro”. Entrambe sono, allo stesso tempo, un manifesto tecnologico e vetture che offrono il meglio della tecnologia e del comfort su quattro ruote. Sono infatti il frutto di una ricerca iniziata negli anni ’90 e hanno al loro interno una tecnologia che può trovare molteplici utilizzi, siano essi di mobilità o stazionari.
La Hyundai Nexo è un suv lungo 4,67 metri e con un motore elettrico da 120 kW. Raggiunge 177 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 9,2 secondi e i suoi serbatoi a 700 bar contengono 6,33 kg di idrogeno, sufficiente per 666 km di autonomia, ma qualcuno in Francia è riuscito a farci 887 km e il pilota Adrien Tambay ha guidato la Nexo per oltre 6 ore nel ghiaccio, a 2.200 km di altitudine, per dimostrare che le celle a combustibile possono avviarsi anche a -30 °C. La Hyundai a idrogeno è anche tra le auto più sicure al mondo perché a bordo ha dispositivi di assistenza in grado di assicurare la guida autonoma di livello 4 tanto che, una Nexo modificata è stata capace di percorrere i 196 chilometri che separano Seoul e PyeongChang in 2 ore e 27 minuti (pari a circa 90 km/h di media) senza interventi da parte del guidatore. C’è poi una caratteristica che lega la Nexo con la Mirai: entrambe, per proteggere le delicate quanto preziose fuel cell, hanno un filtro capace di depurare l’aria da particolati (PM2.5) ed inquinanti (NOx e composti solforosi) a tal punto da restituirla all’atmosfera più pulita di prima.
La Mirai è invece una berlina lunga 4 metri e 98 basata niente meno che sulla stessa piattaforma delle Lexus LS e LC con uno stile che ne sottolinea l’attitudine di ammiraglia tecnologica. Le prestazioni sono praticamente pari a quelle della Nexo (175 km/h, 0 a 100 km/h in 9,2 secondi), il comfort è principesco e la guida inaspettatamente agile e gradevole, grazie anche alla trazione posteriore. I tre serbatoi in materiale composito accolgono 5,6 kg di idrogeno stipato a 700 bar e, secondo l’omologazione WLTP, ci si percorrono 650 km. Qualcuno però si è spinto oltre riuscendo a percorrere sulle strade francesi ben 1.003 km.
Altri ancora in California sono riusciti a fare addirittura 1.360 km tra autostrada, freeway e il traffico di una megalopoli come Los Angeles grazie ad una tecnica di guida definita “hypermiling”. Si tratta di percorrenze nettamente superiori a quelle delle auto elettriche con tempi di rifornimento di 3-5 minuti, quello che ai migliori modelli a batteria è necessario per incamerare l’energia sufficiente per 100 km. Prezzi: la Hyundai Nexo va da 77.900 a 80.900 euro, la Toyota Mirai da 69.800 a 80.450 euro e presto a far compagnia a questo duo ci saranno due novità. Una è la BMW X5 dotata di un motore che eroga fino 295 kW (0-100 km/h in 6 secondi) e celle a combustibile fornite dalla stessa Toyota. L’altra è la Honda CR-V a idrogeno, anch’essa ultima discendente di un lavoro sulle fuel cell iniziato oltre 30 anni fa.