Nuova Swift

Swift, la quarta generazione è solo ibrida. Profondamente rinnovata la compatta Suzuki

di Giampiero Bottino
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Fresca del debutto celebrato con il “porte aperte” della seconda metà di maggio, la nuova generazione della Swift – non a caso accompagnata dall’aggettivo “Hybrid” che riassume il connotato principale dell’unico powertrain disponibile – conferma e rafforza la credibilità di cui gode in Italia la Suzuki, un marchio certamente non di massa ma capace, grazie sull’indiscussa maestria nel campo delle vetture compatte, tecnologicamente evolute e ben supportate da un’intelligente strategia commerciale, di crearsi un seguito di fedeli estimatori e di conquistare nuovi clienti, come confermano i dati di vendita in Italia dei primi cinque mesi, chiusi in crescita del 12,22% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un tasso che è quasi il quadruplo di quello registrato dal mercato nel suo complesso.

A dare un’ulteriore spinta sulla via del successo provvede proprio la nuova Swift, giunta alla quarta generazione con un un look firmato dal Centro Stile torinese che è uno dei tre studi di design che il brand ha aperto nel mondo. La linee morbide e pulite non escludono alcuni dettagli estetici che ne sottolineano il temperamento, garantito dal 3 cilindri 1.2 da 83 cv che ora “fa squadra” con il sistema ibrido a 12 Volt e rappresenta l’unico powertrain disponibile per il nuovo modello. 

Il motore è stato radicalmente rinnovato ai fini di contenere i consumi di carburante, riducendo contestualmente il livello delle emissioni di CO2. La coppia è diventata più elevata ai bassi regimi, con il risultato di migliorare la reattività e le prestazioni della vettura. La componente elettrica interviene per assistere il motore termico in fase di accelerazione, mentre quando il pilota solleva il piede dall’acceleratore provvede a ricaricare la batteria gli ioni di litio convertendo l’energia cinetica così generata.

La prova pratica ha confermato che con la nuova generazione sono cambiate parecchie cose, ma non la filosofia Suzuki che privilegia la sostanza e mette davvero – non a parole, ma con i fatti – la soddisfazione del cliente al centro delle sue strategie. I cambiamenti riguardano soprattutto il look, a cominciare dal frontale che è diventato più sobrio e pulito, grazie al disegno più semplice e rigoroso della grande calandra sotto la quale la presa d’aria appare ora meno “ingombrante”, mentre i gruppi ottici ampiamente ridisegnati e si caratterizzano per la firma luminosa a forma di L che li incornicia.

Evidenti, ma mai troppo invasive, le modiche apportate all’interno, un ambiente ampio e imprevedibilmente accogliente per 5 persone, considerando che si tratta di una vettura che non ha seguito la moda del “gigantismo” crescente e ha mantenuto la lunghezza ampiamente al di sotto dei 4 metri (per la precisione, si ferma a 3.860 mm), pur regalando anche ai bagagli uno spazio superiore a quello che si potrebbe supporre: 265 i litri dichiarati dalla casa. La qualità dei materiali e l’attenzione alle finiture sono più che apprezzabili, nonostante le plastiche non proprio morbidissime.

A confermare anche nell’abitacolo la benemerita abitudine Suzuxi di badare al sodo senza cedere alla tentazione di seguire le mode del momento provvede la presenza di un quadro strumenti tradizionalmente analogico, costituito dai due classici quadranti con relative lancette rotanti. In linea con la sempre più imperante cultura digitale è invece il touchscreen capacitivo da 9 pollici del sistema di infotainment che offre la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto sia in modalità Wi-fi, sia tramite l’ingresso Usb. Oltre a consentire la gestione – anche tramite il riconoscimento vocale – di numerose funzioni della vettura o delle app degli smartphone eventualmente collegati, questo schermo ampiamente configurabile offre anche numerose informazioni sulle condizioni del veicolo.

Un’altra e convincente prova della razionalità e dell’intelligenza con cui Suzuki è solita gestire la sua offerta commerciale viene dalla composizione della gamma, che difficilmente potrebbe essere più semplice: cancellata la spesso complicata caccia agli optional, la nuova Swift è disponibile non solo con un’unica motorizzazione, anche con un solo allestimento, battezzato Top quasi per sottolinearne la completezza. 

Per il resto, il cliente non deve far altro che scegliere fra le tre diverse soluzioni meccaniche disponibili quella che meglio è in grado di soddisfare le sue esigenze. Alla base del listino si colloca il modello con trazione anteriore e cambio manuale, ideale per gli spostamenti in ambito urbano perché, grazie alle emissioni di CO2 contenute in 99 g/km, consentein diverse città l’accesso alle Zone a traffico limitato. È il caso, per esempio, di Milano dove il Comune ha fissato in 100 g/km il limite sotto il quale si può accedere all’Area C che coincide con il centro storico senza dover pagare il relativo balzello. 

Il listino ufficiale parla di 22.500 euro, ma il prezzo reale cala di 2.000 euro grazie al vantaggio cliente previsto da Suzuki per la fase di lancio e non condizionato da una permuta, una rottamazione o un acquisto con finanziamente. Un gradino sopra, a 24.000 euro, si colloca il medesimo modello se dotato del cambio automatico Cvt a variazione continua, mentre al vertice dell’offerta – con un prezzo di 24.500 euro – troviamo la Swift che al cambio manuale abbina l’esclusiva a apprezzata trazione integrale Allgrip Auto, soluzione rara tra le berline di segmento B.

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Sabato 6 Luglio 2024 - Ultimo aggiornamento: 09:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA