Reinventare l’automobile è il sogno proibito che un’ambiziosa start-up italiana sembra in grado di concretizzare. Si chiama Tuc ed è nata a Torino

Tuc.technology rivoluziona la progettazione automobilistica. Per una nuova generazione di veicoli digitali modulari

di Giampiero Bottino
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Reinventare l’automobile è il sogno proibito, mai realizzato seppur spesso evocato durante la presentazione di nuovi modelli, che un’ambiziosa start-up italiana sembra in grado di concretizzare. Si chiama Tuc ed è nata a Torino per iniziativa di Lorenzo Pininfarina, nipote del leggendario “Pinin” e presidente della società, e dal Ceo Ludovico Campana, inventore della soluzione che può rivoluzionare l’approccio stesso alla progettazione automobilistica.

È stato lui, presentando in streaming la prima versione industrializzata denominata Tuc 3.0, a illustrarne la filosofia: «Vogliamo dimostrare la via per realizzare una nuova generazione di veicoli digitali modulari pensati per il futuro della mobilità. Una soluzione pensata per semplificare tutte le fasi – sviluppo, ingegnerizzazione e produzione – che scandiscono la realizzazione di un veicolo, consentendo ai costruttori di abilitare nuovi modelli di business basati sulla personalizzazione continua, anche dopo la produzione».

Il cuore del sistema è costituito dal Tuc.plug, un connettore adatto a qualsiasi tipologia di veicolo, caratterizzato da tre elementi fondamentali per garantire il “dialogo” tra i vari componenti e il veicolo stesso: il fissaggio meccanico plug&play, semplice e immediato come il familiare inserimento di una spina nella presa elettrica, l’energia necessaria per il funzionamento dell’intero sistema e la connettività che garantisce i collegamenti tra i dispositivi e la vettura, nonché tra questa e il mondo esterno.

Il sistema, che ha già ottenuto le certificazioni di conformità ed è utilizzabile su qualsiasi mezzo di trasporto terrestre, marittimo o aereo, si basa su una rete che può essere configurata in base alla tipologia di veicolo a cui è destinata e che raccoglie dentro un unico “cervello” (il Tuc.brain) la sensoristica e i dispositivi di raccolta dati oggi disseminati nella vettura, consentendo una libertà progettuale che spazia dal numero e disposizione dei sedili all'utilizzo dei "device" elettronici presenti a bordo. 

Una dimostrazione significativa di queste potenzialità è stata offerta dal filmato di uno dei due prototipi finora realizzati: il guidatore stacca il volante con l’annesso quadro strumenti e lo trasferisce al copilota che gli siede accanto. Basta un secondo, e la “voce” di bordo conferma non solo che il nuovo driver può prendere il controllo del veicolo, ma anche che la soluzione ideata a Torino è davvero futuribile. Perché – ricorda Campana – «la Tuc.technology è progettata per il 2030 ma è pronta già oggi».

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Martedì 22 Agosto 2023 - Ultimo aggiornamento: 24-08-2023 10:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA