Tre modelli Volvo

Volvo, 10 anni sotto l’ombrello di Geely una storia di successo per un futuro elettrico e autonomo

di Nicola Desiderio
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ROMA - Il 28 marzo 2010 la Volvo veniva venduta dalla Ford Motor Company alla Geely e 10 anni dopo, se non fosse per la situazione sanitaria ed economica attuale, potrebbe festeggiare i 10 anni migliori della sua storia.

La casa svedese, fondata nel 1927 ha infatti archiviato per il 2019 il sesto anno di fila di crescita con 705.452 unità vendute, un fatturato di 274 miliardi di corone (25 miliardi di euro) e un profitto operativo di 14,3 miliardi di corone (1,3 miliardi di euro). Nel 2011 Volvo aveva venduto 449.255 unità, con un fatturato di 126 mld di corone (11,5 mld di euro) e profitti per 1,6 mld di corone (146 milioni di euro). Allora i dipendenti erano 21.500 oggi sono 43mila, dunque raddoppiati, ma producendo il 117% in più di giro d’affari, il 57% di volumi e, soprattutto, con profitti cresciuti di 9 volte rispetto al primo anno di gestione della Geely.

In questi 10 anni Volvo, da un’azienda fondamentalmente europea, è diventato un costruttore globale rinnovando completamente la propria gamma, articolata su due piattaforme: la CMP (XC40) e la SPA (Serie 60 e 90). Allo stesso tempo, è cresciuta l’interazione con gli altri brand di Geely, gruppo che nel frattempo ha allargato il suo spettro creando la Lynk & Co, la Polestar quale marchio elettr e acquisendo la malese Proton e persino un simbolo come Lotus. Nel futuro ci sarà una sola piattaforma denominata SPA2.

Ma le operazioni più rilevanti sono la creazione di Polestar, quale marchio elettrico e sportivo da posizionare al di sopra di Volvo, e l’acquisizione del 6,69% del capitale di Daimler che fanno di Geely il maggior azionista dei tedeschi dai quali ha rilevato anche il 50% di Smart che nel 2022 sposterà la sua produzione in Cina, naturalmente solo in versione elettrica come lo è da qualche mese.

Volvo ha, su questo tema, obiettivi molto ambiziosi. Nel 2025 punta a vendere il 50% delle proprie vetture elettriche e l’altro 50% ibride riducendo le emissioni medie del 40% rispetto ai livelli del 2018. L’obiettivo finale è diventare un’azienda carbon neutral nel 2040. Volvo vuole anche essere leader nei servizi di mobilità e per la guida autonoma. A questo proposito ha interrotto la joint venture paritaria con Veoneer denominata Zenuity acquisendone tutta la parte commerciale e di sviluppo del software.

 

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Martedì 14 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 09:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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