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Il ricco bagaglio tecnologico della EX90 riesce a sorprendere anche nel campo che da sempre è il fiore all’occhiello del brand: la sicurezza. Settore in cui Volvo è un indiscusso punto di riferimento anche per la generosità con cui ha messo a disposizione dei concorrenti le sue innovazioni più significative, a cominciare dal lontano 1959, quando rinunciò a brevettare la cintura di sicurezza a tre punti, liberando l’accesso a un dispositivo che, per la comprovata capacità di salvare vite umane, è oggi obbligatorio su tutte le auto.
Nel caso del Suv che inaugura la nuova era della casa di Goteborg spicca per esempio l’adozione del Lidar, acronimo di “Light Detection & Ranging”. Un metodo di rilevamento che utilizza la luce sotto forma di laser pulsato per vedere in ogni condizione di luce eventuali ostacoli che si presentano davanti all’auto, misurandone con precisione e rapidità la distanza, fino a 250 metri nel caso di persone o veicoli e fino a 120 per oggetti più piccoli come uno pneumatico nero disperso nel buio della notte. Distanze che permettono al guidatore di reagire in tempo per evitare un impatto, con risultati che i tecnici svedesi – studiando il database degli incidenti reali sviluppato dall’azienda – stimano nella riduzione del 9% delle collisioni e addirittura del 20% di quelle più gravi.
Un’auto, quindi, capace di “guardarsi attorno”, ma attenta anche a ciò che accade nell’abitacolo. Il primo sistema radar per interni, di serie su EX90 e poi su tutta la gamma,si avvale di una rete di sensori che rilevano movimenti anche minimi per segnalare a chi si appresta a lasciare l’auto la presenza e bordo di neonati o animali domestici, impedendo il blocco delle portiere e lo spegnimento del climatizzatore per evitare conseguenze tragiche, come quelle evidenziate dal governo Usa che stima in più di 900 i bimbi che dal 1998 hanno perso la vita per queste “distrazioni”.
A proposito di distrazioni, anche l’attenzione del guidatore è controllata costantemente da due telecamere che – grazie a sofisticati algoritmi sviluppato a Goteborg – ne valutano costantemente le condizione psicofisiche. Se qualcosa va storto lancia un segnale di avvertimento, ma in situazioni estreme, per esempio in caso di malore, l’auto si ferma autonomamente, attingendo alle evolute risorse di guida autonoma per parcheggiare in sicurezza, senza creare problemi agli altri utenti della strada.
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