Le Volvo XC60 e XC90 ibride plug-in

Volvo, una versione plug-in per ogni modello della gamma. E le diesel “mild-ibrid”

di Alberto Sabbatini
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BOLOGNA - Volvo, il futuro parlerà elettrico. Tra tutti i produttori tradizionali di automobili, la casa di Goteborg è l’unica che già dal 2020 raggiungerà l’obiettivo di costruire soltanto vetture elettrificate: quindi ibride di ogni genere oppure puramente elettriche. Restano in gamma gli attuali modelli a benzina e diesel ma il loro futuro è a breve termine perché la casa svedese sta compiendo una svolta coraggiosa.
«Il diesel è vicino alla fine», spiega Michele Crisci, amministratore delegato di Volvo Italia «perché i costi di sviluppo per renderlo ecocompatibile sono diventati elevatissimi. Perciò il futuro di Volvo sarà elettrico». Un obiettivo che Volvo ha delineato con numeri chiari e precisi: entro il 2025 la metà delle Volvo vendute dovrà essere a trazione puramente elettrica. Il resto sarà formato da vetture ibride e soprattutto plug-in.

Questo permetterà a Volvo di rispettare nei prossimi anni l’impegnativa promessa che aveva fatto il suo numero uno, Hakan Samuelsson, lo scorso anno: ridurre del 40% le emissioni di CO2 di tutta la sua filiera produttiva per arrivare verso la metà del secolo ad essere un’azienda ad impatto zero sul clima. Per arrivarci, in attesa che si allarghi il mercato dell’elettrico, la sforzo immediato di Volvo è quello di intensificare la produzione e vendita di auto ibride plug-in, quelle con batteria ricaricabile a spina. È la tecnologia intermedia tra ibridi tradizionali e full electric e Volvo ci punta moltissimo.
Al punto che ha aggiunto una versione plug-in a ogni modello della gamma. E ha coniato anche un nuovo nome: Recharge. Che identificherà d’ora in poi tutte le Volvo ricaricabili a spina. Ibride o elettriche.

«Triplicheremo la produzione di ibride plug-in», dicono dalla Svezia. L’obiettivo 2020 è che nel mondo almeno una Volvo venduta su quattro sia plug-in. E in Italia? «L’anno scorso» dice Crisci «le ibride plug-in erano il 7% della gamma, ma quest’anno spero di arrivare al 15-17%». La svolta elettrica di Volvo non risparmia nessun modello: persino i diesel Volvo, zoccolo duro della gamma svedese per tanti anni, si sono parzialmente elettrificati perché sono stati dotati di un sistema di recupero di energia dalla frenata; questi modelli con tecnologia mild hybrid si riconoscono perché sono contraddistinti dalla sigla “B” (che sta per brake, cioé freno) in riferimento al recupero di energia invece della tradizionale sigla D che identificava i diesel. Ma il passo più grande è aumentare la diffusione dell’ibrido plug-in. Volvo ha scoperto che i propri clienti tendono a usare l’ibrido plug-in per il 41% del tempo in modalità soltanto elettrica. Poco meno della metà del tempo. «È già un buon risultato ma non ci basta», dice Bjon Annwall, responsabile Europa di Volvo. 

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Domenica 13 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 15-09-2020 12:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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