Il rivoluzionario Michelin Uptis

Michelin Uptis, pneumatico senz'aria che non teme le buche e i chiodi

di Nicola Desiderio
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MONTREAL – “I miei mi mandarono a Montreal perché in Francia tutte le scuole mi cacciavano a calci”, racconta Emanuelle Beart, quando a 17 anni i genitori la spedirono in Canada ad imparare l’inglese prima che diventasse l’attrice che tutti conosciamo. Doveva restarci 20 giorni invece, le piacque talmente tanto, che ci rimase 3 anni e concluse gli studi. Anche il Movin’On, quando si tenne la prima volta nel 2017, sarebbe dovuto essere nella capitale del Quebec solo un anno, invece ha trovato casa sulle rive del fiume San Lorenzo per la terza volta e ha già deciso che ci tornerà anche il prossimo anno. Il summit internazionale della mobilità ha dunque trovato il suo luogo e, pian piano, sta anche trovando la sua nuova dimensione nella sua seconda vita.
 

 

Nella prima infatti era il Bibendum Challenge di Michelin, una vetrina di veicoli a basso impatto ambientale, oggi invece è un punto di incontro annuale tra specialisti, esponenti del mondo dell’industria, della finanza e della politica, ricercatori, piccole start up e giornalisti senza che la presenza della multinazionale francese della gomma ingombri troppo, anzi formalmente è quasi invisibile. Del famoso omino gonfiabile non c’è quasi traccia per una scelta ben precisa, e non è neppure casuale l’ostinazione verso Montreal e il Canada. Siamo infatti in una metropoli da 4 milioni di abitanti eppure tra le più vivibili e vivaci al mondo, in un paese bilingue dove nel 2040 tutte le auto vendute saranno ad emissioni zero, un processo che è spinto da un ambizioso piano per lo sviluppo di un’ampia rete di rifornimento per l’auto elettrica e ad idrogeno e da robusti incentivi: 5mila dollari dal governo federale che si sommano agli 8mila messi a disposizione dallo stato del Quebec. Quest’anno si è parlato di “Soluzioni per sistemi multimodali”, un tema che tuttavia la casa di Clermont Ferrand non ha rinunciato a svolgere secondo le proprie competenze presentando l’Uptis. Il nome è in realtà una sigla che sta per Unique Puncture-proof TIre System, ovvero “sistema pneumatico unico a prova di foratura” ed è per ora un concept, ma Michelin ha già annunciato insieme a General Motors che sarà su un veicolo di serie dal 2024 e la sperimentazione inizierà già da quest’anno sulle strade del Michigan. L’Uptis porta a compimento il sogno di ingegneri, cantanti e automobilisti perché è senza aria. L’idea non è nuova. Michelin l’aveva sviluppata in modo simile con il Tweel già 15 anni fa, ma il suo utilizzo è rimasto confinato a piccoli mezzi da movimento terra, cart da golf e muletti. La grande novità è che lo pneumatico senz’aria si prepara ad essere calzato anche dalle normali automobili smuovendo le fondamenta di un componente che, sostanzialmente, è rimasto lo stesso per oltre un secolo, ma ora deve trasformarsi seguendo i grandi trend della società e della mobilità. Michelin ha già fornito la sua visione dello pneumatico del futuro proprio al primo Movin’On del 2017 con il Vision ovvero uno pneumatico sostenibile, stampabile, connesso e senz’aria. L’Uptis realizza l’ultimo di questi capitoli con una struttura che prevede un cerchio in alluminio, raggi radiali costruiti in uno speciale materiale composito (gomma, resina e fibra di vetro) e una striscia di gomma tassellata. L’Uptis può passare sopra grossi chiodi senza accusare il minimo problema, dunque non si fora, non esplode e non ne va controllata la pressione, buona norma seguita da solo 2 automobilisti su 10, con conseguenze immaginabili per la sicurezza, i consumi di carburante e quelli della gomma stessa. Dunque rispetta di più l’ambiente, anche perché il battistrada può essere ricostruito fino a 6 volte e la sua adozione permetterebbe di riversare nella natura 200 milioni di pneumatici all’anno in meno, una montagna alta quanto la torre Eiffel. Michelin già prevede entro il 2048 di utilizzare l’80% di materie prime rinnovabili per costruire i propri pneumatici e di riciclarne il 100% raddoppiando la quota attuale. Uno pneumatico insomma che guarda al futuro, con gli occhi di chi non pensa solo a ciò che produce e vende, ma ad una società che vuole mantenere le proprie conquiste senza che la natura, stufa della nostra cecità, ci prenda definitivamente a calci da ciò che non abbiamo saputo conservare.

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Martedì 18 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 19-06-2019 11:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2019-06-19 11:18:11
Sicuramente non una novità e così aperta mi pare una cavolata pazzesca. Altrettanto si può ottenere con una schiuma di lattice e un pneumatico tradizionale.