Una delle illustrazioni di Emiliano Ponzi nell'annual Report di Pirelli

Pirelli, nell’Annual Report non solo numeri: il tema centrale è la rivoluzione digitale

di Sergio Troise
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ROMA - Dici Pirelli e il pensiero vola alle gomme: quelle che equipaggiano le nostre auto di tutti i giorni e le super tecnologiche monoposto di Formula 1. Un’immagine scontata quanto banale. Dietro quel marchio con una storia di 145 anni alle spalle c’è di più. Molto di più. C’è un’azienda che ha saputo crescere attraverso un impegno costante nell’innovazione, non esclusivamente quella tecnologica, fine a se stessa, ma anche quella culturale: un impegno costante e proficuo, che ha generato contaminazioni insospettabili, come quelle legate al progetto “Annual Report 2017” intitolato “Data Meets Passion”, iniziativa che affronta il tema della trasformazione digitale aiutandoci a scoprire la rivoluzione in atto anche nelle piccole aziende artigianali.

Nell’Annual Report 2017 intitolato “Data Meets passion” vengono raccontate le storie di cinque artigiani italiani 4.0, con le illustrazioni in 3D e la realtà virtuale di Emiliano Ponzi, artista di fama internazionale che ha realizzato copertine per alcune delle più prestigiose pubblicazioni del mondo. Al progetto hanno collaborato anche gli scrittori Moshid Hamid, Tom McCarthy e Ted Chiang, con il compito di raccontare a loro modo come il digitale stia trasformando il mondo in cui viviamo.

Già in passato, del resto, Pirelli si è dimostrata all’avanguardia nel diffondere non solo la propria cultura d’impresa ma anche l’impatto sulle trasformazioni della società, andando sempre alla ricerca delle forme più innovative di espressione e di comunicazione. Aldilà del mitico Calendario Pirelli, tributo annuale alla bellezza femminile e all’arte della fotografia, sono state molte le collaborazioni di prestigio (con scrittori, disegnatori, grafici, fotografi). Da qualche anno l’azienda ha arricchito il proprio Annual Report con il contributo di personalità del mondo dell’arte e della cultura, ma anche di giovani emergenti, com’è avvenuto nel 2010, quando il Bilancio Pirelli venne illustrato con le immagini degli studenti di fotografia della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

Tra le collaborazioni più prestigiose meritano di essere ricordate quella con il disegnatore Stefan Glerum, con la cartoonist Liza Donnelly, con lo scrittore e sceneggiatore Hanif Kureishi. Nel 2014 fu la street art a trovare spazio nel Bilancio Integrato di Pirelli, con tre opere della brasiliana Marina Zumi, del tedesco Dome e del russo Alexey Luka, assemblate in un’unica installazione piramidale esposta al Pirelli HangarBicocca.

Ovviamente tutto parte dall’impegno diretto di Pirelli. Che in tempi recenti, ovvero al Salone di Ginevra 2017, ha presentato “Pneumatico Connesso” e “Cyber Car”, progetti che testimoniano l’impegno nell’innovazione digitale e che hanno proiettato l’azienda in un avanzato modello di industria 4.0. Il percorso di digitalizzazione ha consentito alla società di rivoluzionare il rapporto con i propri consumatori, offrendo loro non solo prodotti, ma anche servizi assolutamente innovativi. In proposito vale la pena ricordare che Pirelli Connesso dimostra la capacità di un “pneumatico intelligente” di interagire con l’automobilista, fornendo preziose informazioni grazie a un sensore fissato nell’incavo e collegato a un’app. Quanto a Cyber Car, è un sistema capace di rilevare i parametri di funzionamento della gomma e di trasmetterli all’intelligenza di bordo, che può così adeguare l’ABS e il controllo di stabilità.

Con l’“Annual Report 2017” intitolato “Data Meets Passion” viene spostata ora l’attenzione dalla Pirelli ai piccoli imprenditori/artigiani. Ne sono stati selezionati cinque, come detto, per illustrare l’impatto con la rivoluzione digitale; cinque storie esemplari di artigiani 4.0 "made in Italy”, i quali hanno trovato nella trasformazione digitale la chiave per far crescere la propria attività, sviluppando la propria idea di business in un modello tecnologico avanzato.

È il caso di 3Bee, società che ha sviluppato un’arnia tecnologica che permette - attraverso l’utilizzo di sensori - di monitorare l’intero ciclo produttivo dell’alveare anche da remoto. Alter Ego, invece, è una società fondata da un ex architetto, che grazie a un software 3D produce tavole da surf ecosostenibili su misura. Demeter.life, utilizzando la condivisione di risorse informatiche (in gergo tecnico tecnologia Blockchain) ha saputo instaurare un rapporto diretto tra consumatori e agricoltori di tutto il mondo per migliorare le colture sostenibili. Tappezzerie Druetta è invece una società gestita da due fratelli che hanno rilanciato l’attività di famiglia nata nel 1953: ricorrendo alla progettazione 3D e virtual room permettono di ordinare prodotti di design tailor-made. Infine Differenthood, società che ha lanciato la prima piattaforma online dove - a partire da 5mila tessuti e con oltre un miliardo di combinazioni possibili - si possono creare da sé capi d’abbigliamento unici e 100% made in Italy che poi si possono condividere con la community, guadagnandoci quando gli altri utenti li acquistano.

L’illustrazione di questi progetti non si limita ai freddi calcoli imprenditoriali e alle capacità di business, ma – come tradizione consolidata in casa Pirelli – si allarga ad altri contenuti, come l’”interpretazione artistica”, che in questo caso è stata affidata a Emiliano Ponzi: l’illustratore del New Yorker, del New York Times e di altre importati testate internazionali ha utilizzato per l’occasione una tecnologia che consente di dipingere realtà virtuali. Gli scrittori Tom McCarthy, Mohsin Hamid e Ted Chiang hanno fatto il resto, raccontando a modo loro l’impatto del digitale sulle nostre vite.

Per McCarthy, «nell’ascesa della cultura digitale… è la politica a diventare una questione letteraria. Letteraria nel senso che la vita pubblica – e privata – si ritrova governata dalla propria trascrizione: quando tutto viene annotato in un registro di qualche tipo, allora l’esperienza in quanto tale, e con essa il problema del libero agente (siamo padroni di noi stessi? O tutti i nostri gesti e le nostre decisioni sono governati e decisi dagli algoritmi?) si riducono a istanze e atti di scrittura».

Ted Chiang osserva invece che «in futuro, per preparare un discorso, sfrutteremo un software in grado di aiutarci nella formulazione stessa delle idee... come sarà esattamente questo software non lo so, ma renderà più semplice esprimere certe idee: quelle che oggi, quando vogliamo rappresentarle con una serie di parole allineate in un rettangolo, ci danno del filo da torcere. Può darsi che i vantaggi di tale software non saranno evidenti fin da subito, ma neanche quelli della scrittura erano stati così ovvi, all’inizio».

 

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Lunedì 11 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 12-06-2018 17:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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