La nuova Ford Mustang Bullit

Bullit, la Mustang icona torna torna dopo 50 anni. Ford ripropone il modello interpretato in chiave moderna

di Nicola Desiderio
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NIZZA - La vita può essere come un viaggio e un’automobile può essere come un film. Anzi può diventarne la star, anche se il protagonista era un certo Steve McQueen. Così successe 50 anni fa, quando il 17 ottobre del 1968 sugli schermi fu proiettato “Bullitt” e a renderlo immortale non fu una frase, un bacio o una musica, ma 11 minuti di inseguimento sulle strade di San Francisco nei quali l’unico colonna sonora era il rombo di due mastodontici V8.
Da un lato una Dodge Charger R/T, guidata dai cattivi, dall’altra il tenente della polizia Frank Bullitt, al volante della sua Ford Mustang GT 390 Fastback. Bastarono quei fotogrammi per cambiare la storia del cinema e per consegnare al mito un’auto capace di attraversare oltre mezzo secolo fino a celebrare se stessa e quel film. Ecco la Mustang Bullitt.
 

 

Qualcuno potrebbe dire: ecco la solita versione commemorativa, una mossa di marketing. La risposta è: certo che sì! Ma qui di carne da mettere al fuoco ce n’è tanta, a cominciare dal fatto che 50 anni sono importanti per una persona, figuriamoci per un’automobile che si riconosce al primo sguardo e, chi non ne ricorda il nome, si gira a guardarla mentre interroga la propria memoria. La Ford aveva già fatto due Mustang Bullit, nel 2001 e nel 2009, le aveva persino fotografate su quei micidiali saliscendi ortogonali della città californiana, ma non era riuscita a immortalarle accanto alle originali auto di scena. Poi, come d’incanto, tra il 2016 e il 2017 sono spuntate tutte e due: quella con assetto rialzato, utilizzata dagli stunt man, era finita in Messico mentre quella guidata da Steve McQueen era nel New Jersey, nel garage di un certo Sean Kiernan che l’aveva ereditata nel 2014.

Il padre Robert, nonostante le lettere di supplica di McQueen, aveva preferito tenersela usandola fino alla fine dei suoi giorni senza riparare neppure un graffio con i quali l’aveva comprata dalla Warner Bros nel 1974: ebbene sì erano le stimmate che la Mustang di Bullitt si era procurata durante la lavorazione del film, ferite infettate solo un po’ dalla ruggine mentre la tinta Highland Green è inevitabilmente cotta dal sole e dagli anni. Ma va bene così: se fosse stata fresca di carrozzeria, non sarebbe stata la stessa cosa, non sarebbe stata così vera e bella come un vaso scovato in un galeone adagiato sul fondo del mare. L’imperfezione rende il mito perfetto e vedere la GT 390 accanto alla nuova Mustang Bullitt verniciata nello stesso colore dà all’operazione una precisione filologica e, allo stesso tempo, libera un alone ancora più luminoso che prepara nel migliore dei modi il test drive che la Ford ci ha invitato a fare. Non ci sono i trampolini di Russian Hill e Chinatown, né le lunghe curve di Bayshore e di Presidio. Non c’è neppure il sole dorato di San Francisco, anzi in Costa Azzurra piove sulle “corniche” e lungo le strade che si intrufolano nell’entroterra francese tra cui la celebre Route Napoleon.

La Bullitt è una GT con la calandra tutta nera e senza il tipico stemma del cavallo. Sul lungo cofano ci sono due sfoghi, tra i cerchi bruniti spiccano le pinze rosse dei freni mentre all’interno ci sono sedili sportivi, grandi schermi per strumentazione e infotainment, i comandi a cursore ricavati dal metallo pieno e infine una bianca sfera a fare da pomello per il cambio, come quella che teneva in mano quel tosto di McQueen. Il motore è il V8 5 litri – leggasi five-point-o, per i puristi – potenziato da 450 cv a 460 cv e dotato di uno scarico con valvola parzializzatrice e 4 canne d’organo, pronte a riempire le valli francesi di un sound davvero americano.

Questa Mustang raggiunge 263 km/h e fa lo 0-100 km/h in 4,6 secondi, se però non si è capito qui, prima dei numeri, contano le sensazioni e le emozioni, i battiti cardiaci prima dei tempi sul giro o dei giri motore. Non che al suo V8 manchino: allunga fino a 7.500 in un crescendo che guarisce l’udito e riconcilia con il mondo e, per rendere più facili le scalate, fa da solo anche la doppietta. Un giocattolo facile da intraversare, ma anche comodo nei lunghi viaggi. E anche questa è una metafora della vita che la Mustang incarna piacevolmente. La Bullitt costa 57.400 euro, neppure una follia per una macchina come questa. Peccato per il superbollo e che per l’Italia ce ne saranno solo 68, 40 già prenotate.
 

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Domenica 4 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 06-11-2018 07:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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