La rinnovata Mitsubishi Outlander Phev

Outlander Phev MY19, arriva l'evoluzione dell’elettrico plug-in firmato Mitsubishi: eleganza e versatilità

di Giampiero Bottino
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MILANO - Esteticamente il rinnovato Outlander Phev è rimasto fedele al cliché ormai collaudato: gli interventi stilistici sono stati leggeri e non hanno alterato le linee classiche, l'eleganza quasi austera, le proporzioni tipiche del mondo Suv, gli interni sobri e rigorosi. A fare davvero la differenza rispetto al modello precedente sono i contenuti tecnologici che lo collocano all'avanguardia della categoria per versatilità d'impiego e funzionalità

In questo senso, l'edizione 2019 si allinea alla vocazione pionieristica del predecessore, che è stato il primo veicolo a ruote alte e a quattro ruote motrici disegnato sull'architettura di una vettura elettrica. La scelta di giocare d'anticipo ha pagato, facendone rapidamente l'ibrido plug-in più venduto del mercato europeo. Un percorso dal quale il Suv elettrificato della Mitusbishi non intende deviare, facendo leva sulla spinta che gli può dare il profondo restyling da cui è reduce. Semmai, come hanno evidenziato l'ammistratore delegato di Mitsubishi Motors Italia Luca Ronconi e il direttore generale Moreno Seveso, la sfida è quella di portarlo anche in Italia, dove ora vale il 2% delle vendite di marca, al livello europeo, dove pesa per il 10% delle consegne Mitsubishi.

Il cambiamento più significativo apportato da quello che Seveso definisce un «profondo restyling» ha riguardato il «cuore» termico del sistema di propulsione. A collaborare con i due motori elettrici, uno per asse, è infatti il nuovo 4 cilindri 2.4 a benzina a ciclo Atkinson da 135 cv che, aggiungendosi alle unità elettriche da 82 (quella anteriore) e 95 cv, dà vita a un sistema che dispone di 224 cv complessivi, capaci di garantire prestazioni più che soddisfacenti – come abbiamo potuto constatare nella prova su strada – oltre che un eccellente livello di compatibilità ambientale, come dimostrano le emissioni medie di CO2 di 46 g/km certificate dal nuovo ciclo di guida Wltp che fornisce valori di consumi più vicini a quelli reali.

Vicini, ma non uguali. Durante il percorso di prova in condizioni miste (città e autostrada) la possibilità di viaggiare con la sola propulsione elettrica – e quindi in assenza di emissioni – si è esaurita più o meno 5 chilometri prima rispetto all'autonomia (45 km) dichiarata dal costruttore. Si tratta comunque di un scarto più che accettabile, largamente inferiore a quello normalmente riscontrato con il precedente – ed evidentemente troppo «ottimistico» – standard di omologazione Nedc. Merito delle nuove norme, ma anche dell'evoluzione delle batterie, che sono del 15% più potenti rispetto al modello precedente.

Un'evoluzione che ha accompagnato quella dei tempi di ricarica, uno dei talloni d'Achille delle auto in tutto o in parte elettrificate: per rigenerare al 100% le batterie del nuovo Outlander plug-in collegandosi a una normale presa a 220 V servono 4, 5,5 o 7 ore a seconda che l'intensità di corrente sia di 16, 10 o 8 Ampere. Bastano invece 25 minuti per recuperare l'80% della capacità da una colonnina di ricarica rapida.

La trazione integrale permanente garantita dal motore elettrico posteriore e gestita dal sistema intelligente Sawc (Super all wheel control) e la possibilità di scegliere tra le modalità di guida Eco, Normal e Lock (che blocca il differeziale), alle quali si sono aggiunte le opzioni Snow e Sport rendono l'Outlander affidabile e piacevole da guidare in tutte le condizioni. Il nuovo Suv ibrido plug-in della Mitsubishi è proposto in Italia con un listino che parte da 49.900 euro per l'allestimento Instyle Sda, da 51.400 per l'Instyle Plus Sda e da 55.400 per il top di gamma Diamond Sda.

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Mercoledì 28 Novembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 29-11-2018 03:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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