La nuova Nissan Pulsar

Pulsar: dopo aver scosso il mercato con
Qashqai, Nissan rilancia la due volumi

di Nicola Desiderio
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BARCELLONA – Ben arrivata Pulsar, bentornata Nissan nel segmento delle compatte 5 porte che era stato abbandonato nel 2006 allorché la casa giapponese, stanca di vivacchiare con l’Almera, decise di rompere gli schemi e abbracciare la strada del crossover con la Qashqai. La storia gli ha dato ragione, ma ora è il momento di tornare sfidare le varie Focus, Astra, 308, Mégane e le altre concorrenti che sgomitano alle spalle della Golf, indiscussa regina di questa fascia e di tutto il mercato europeo.

Ritorno alla tradizione. Perché questo ritorno? Perché per Nissan è arrivato il momento di ragionare non più come outsider e dunque è necessario presidiare una fetta di mercato che neppure i monovolume, i Suv e i crossover sono riusciti ad erodere, semmai a modificare. Così, quelle che una volta erano le auto da famiglia sono diventate negli anni sempre più sportiveggianti, tecnologiche mentre chi voleva spazio e immagine si rivolgeva ad altri tipi di carrozzeria. Ma ora che il mercato ha trovato nuove definizioni, rimane comunque una clientela che vuole un’auto classica, di dimensioni giuste, capace comunque di offrire comfort, spazio e tecnologia, senza sconfinare in inutili complessità, con costi accessibili. E chi entrava in un salone Nissan sapeva di non trovare nulla che stesse a metà tra Juke e Qashqai, sia nella tipologia sia nel prezzo, ma un marchio che è diventato ancora più credibile e vuole diventare il numero 1 in Europa tra i marchi asiatici entro il 2016 questo non può permetterselo.

Nome australiano, ma solo per l’Europa. Ecco perché la Pulsar. Un nome che già appartiene al mondo Nissan, usato per un modello compatto venduto in Asia e in Australia mentre in Nordamerica qualcosa di simile viene venduto come Versa, ma ci sono stati anche altri nomi come Tiida, Sentra, Sunny… per non parlare della Almera, l’auto che in Europa rappresentò la proposta compatta fino al 2006 prima di lasciare il campo alla scommessa Qashqai. Insomma, Nissan ne ha avuti di ripensamenti sui nomi e sulla formula di questo tipo di vettura senza mai trovarne una che andasse bene per tutti mercati, anche nella convinzione che ciascuno di essi dovesse avere un’auto specifica. Questa idea permane mentre altri – Ford su tutti – hanno auto globali. Globali invece sono diventate le piattaforme e la Pulsar nasce sulla nuova CMF (Common Module Family) in comune con Renault, già usata per la Qashqai e la X-Trail, chiamata Rogue in Nordamerica.

Stile globale e tecnologia giusta. La Nissan Pulsar tuttavia è globale nello stile e anche nell’abitacolo. È lunga 4,38 metri, larga 1,77 e alta 1,52 metri con un passo di 2,7 metri precisi al millimetro. Lo stile riprende le idee già viste su Qashqai, soprattutto nel frontale con la V cromata sulla calandra che continua idealmente sulle costolature del cofano motore. Riconoscibili anche i fari con la firma a Led e le luci posteriori avvolgenti. L’abitacolo invece deve molto alla già citata Tiida, con la plancia ad ali dalla quale emergono la strumentazione e la consolle centrale. Per la prima, da segnalare c’è il sofisticato display TFT a colori da 5 pollici tra i due strumenti; la seconda è dominata dallo schermo da 5,8 pollici del sistema NissanConnect, sofisticato e completo nelle funzioni, tra cui il Send to Car di Google, quanto chiaro nella logica. Intuitivi anche i comandi per la climatizzazione – che con l’impianto bizona prevede persino le bocchette posteriori, una rarità in questa categoria – e per l’impianto audio, con Bluetooth streaming e sintonizzatore DAB. Anche i materiali, pur non entusiasmando per qualità e scelta, si rivelano ben assemblati rivelando ancora una volta il pragmatismo che informa la vettura.

Uno spazio davvero stellare. Dove invece la Pulsar fa onore al suo nome dimostrando di venire da un altro pianeta è nello spazio. Rimarchevole per la testa e i gomiti, è davvero eccezionale quello a disposizione dei passeggeri posteriori, superiore persino a quello offerto da auto di segmento superiore. E non si tratta solo di quantità perché l’inclinazione dello schienale è corretta e la lunghezza della seduta è a prova di viaggio. A questo proposito, la capacità del bagagliaio è di 385 litri, competitiva con le migliori che vengono però sopravanzate quando si abbatte lo schienale 40/60 con una volumetria di 1.395 litri. Peccato che si formi uno scalino piuttosto evidente che si sarebbe potuto evitare con un doppio fondo risolvendo anche quello che si forma con la soglia di ingresso. Il tutto protetto da 6 airbag e da una dotazione di sicurezza che, anche in questo caso, non raggiunge i vertici, ma presenta comunque particolarità come Moving Object Detection, il sistema che avverte con un segnale acustico quando si sta facendo manovra e c’è qualcosa che si muove intorno alla vettura, se non vi basta il sistema perimetrico Around View Monito, dotato di 4 telecamere con quella posteriore autopulente, grazie a un getto di aria e acqua. Entrambi, insieme al controllo dell’angolo cieco e contro il superamento involontario delle linee di carreggiata, nel pacchetto Safety Shield che comprende anche il Forward Alert Braking.

Due motori, in arrivo più cavalli e GPL. Al lancio ci saranno due motori, tutti turbo a iniezione diretta di benzina, con stop&start e cambio manuale a 6 rapporti. Si parte dall’1,2 litri a benzina da 115 cv, un’unità improntata ai concetti di “downsizing” e “downrevving” perché la potenza massima è espressa a soli 4.500 giri/min e la coppia di 190 Nm parte da 2.000 giri/min. Consuma 5 litri/100 km pari a 117 g/km di CO2 e consente alla Pulsar di accelerare da 0a 100 km/h in 10,7 secondi, anche grazie ad una massa in ordine di marcia che parte da 1.258 kg. Con questo 4 cilindri si può avere anche il CVT a variazione continua di rapporto. Non poteva poi mancare il diesel 1,5 litri da 110 cv, generoso nella coppia di 260 Nm tra 1.750 e 2.500 giri/min quanto efficiente con un dato medio di 3,6 litri/100 km pari a 94 g/km di CO2. Qui lo 0-100 km/h viene chiuso in 11,5 s. mentre la velocità massima di 190 km/h è pari all’altra. Entrambi sono omologati Euro5, ma diventeranno Euro6 da maggio 2015 quando sarà lanciato anche un 1,6 litri a benzina da 190 cv mentre poco prima dovrebbe essere il turno della versione GPL. Nessuna rivoluzione neppure per l’autotelaio con retrotreno ad assale torcente, sterzo elettromeccanico e un controllo di stabilità elettronico che contiene anche il Trace Control, un programma che consente un miglior mantenimento della traiettoria attraverso interventi selettivi sui freni.

Ti senti subito a casa. per La Nissan Pulsar si comporta su strada come una perfetta family car. Silenziosa, morbida di sospensioni e facile da guidare anche in città dove a facilitare le cose manca solo l’assistenza per le partenze in salita. Lo sterzo è leggero, la visibilità è buona e i motori hanno un carattere malleabile. L’1,2 litri ha un po’ meno fiato mentre il diesel si conferma ancora come uno dei migliori motori della categoria per la risposta naturale all’acceleratore, la buona brillantezza e anche per l’elasticità che consente di mantenere agevolmente anche la lunga sesta marcia (130 km/h a 2.200 giri/min). Nella media la manovrabilità della leva e la risposta dello sterzo. Si capisce però subito che la “medietà” della Pulsar è voluta e non è certo mediocrità perché è sincera e composta anche quando si forza il ritmo sui percorsi misti. E nonostante gli pneumatici abbiano misure normali – si va dalle 195/60 R16 fino alle 205/50 R17 passando per le 205/55 R17 – l’aderenza c’è sempre e l’autotelaio può far valere le sue doti con un comportamento solido ed equilibrato, a prova di errore, ma non certo noioso. Anche i freni sono a tutta prova, con una risposta al pedale morbida all’inizio, ma poi convinta con decelerazioni efficaci e senza segni di stanchezza.

Presenza discreta. La Nissan Pulsar arriverà nei concessionari il 3 ottobre prossimo e questi resteranno aperti il 18-19 al pubblico per farla provare. La gamma parte da 17.900 euro prevede i soliti tre allestimenti Visia, Acenta e Tekna con la previsione che due su tre clienti sceglieranno quello di mezzo e 3 su 4 opteranno per il diesel. L’obiettivo è venderne 2.000 unità entro la fine dell’anno fiscale giapponese (31 marzo) e 5.000 nell’intero 2015, dunque numeri non certo proibitivi. Del resto i volumi previsti dalla fabbrica di Barcellona di 64mila unità non impongono pressioni particolari e fanno pensare che – almeno per il momento – non siano previste derivazioni come una station wagon. Del resto la Pulsar riesce ad essere famigliare già così.


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Domenica 28 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 03-12-2014 07:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA