La Mini 5 porte in versione Cooper S durante la prova

Una Mini mai vista: 5 porte
per i giovani con la famiglia

di Giampiero Bottino
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OXFORD - Colpo di genio o sacrilegio? La risposta al mercato. Anche se probabilmente destinata a far discutere, la decisione di rompere con il passato, infrangendo uno dei tabù sui quali la Mini ha costruito la propria leggenda, è certamente coraggiosa. E di questo bisogna dare atto al marchio british del gruppo BMW.


Certamente non era facile immaginare che l'icona del brand, l'erede della geniale vettura inventata nel 1959 da Alec Issigonis e subito diventata un fenomeno mondiale, avrebbe finito con l'aggiungere due porte alle 3 della sua configurazioni classica, nel segno di una continuità che aveva costituito uno dei punti di forza della brillante operazione-rinascita del brand. Ma i tempi cambiano, e anche i miti devono adeguarsi. Soprattutto se presidiano un segmento B dove anche tra i prodotti premium le scelte dei consumatori si orientano con sempre maggiore frequenza verso i modelli a 5 porte.

Nasce così una Mini più grande, più orientata alle esigenze delle famiglie, ma sempre inequivocabilmente Mini, nell'aspetto e nel Dna. La seconda cinque porte di Oxford (ma la prima, la Countryman, è completamente diversa per logica e target di riferimento) è anche la prima variante di carrozzeria della nuova Mini, con cui condivide la piattaforma che ha tra l'altro consentito alla marca BMW di fare il suo esordio - con la Serie 2 Active Tourer - nel mondo della trazione anteriore.

Una piattaforma che ha confermato le sue qualità nel corso del debutto ufficiale che la Mini 5 porte ha celebrato sulle strade di casa, tra i boschi e le colline dell'Oxfordshire, non lontano dalla fabbrica che il 9 settembre scorso ha raggiunto il traguardo dei 3 milioni di Mini prodotte dal 2001, anno della "resurrezione" del marchio. Pur su strade strette che non facilitano il compito di chi non è abituato a guidare sul lato "sbagliato" della strada, la "grande" Mini ha ribadito - nonostante l'aumento delle dimensioni - il classico go-kart feeling, confermandosi agile, brillante, letteralmente incollata alla strada.

Merito dell'assetto impeccabile, ma anche dei modelli messi a disposizione per il test, i più potenti del lotto: i top di gamma Mini Cooper SD con il turbodiesel 2.0 da 170 cv e Mini Cooper S con il turbo a benzina 2 litri da 192 cv, entrambe abbinate al cambio automatico a Steptronic a 6 rapporti, più amichevole per chi ha difficoltà a cambiare marcia con la sinistra. Se il turbodiesel si è dimostrato elastico e divertente, oltre che silenzioso (cosa che non si può dire dei fruscii aerodinamici e del rotolamento degli pneumatici, soprattutto su asfalto drenante), il 4 cilindri a benzina ha appagato di più sul piano delle prestazioni con accelerazioni brucianti e una coppia generosa anche in basso grazie all'apporto del turbo.

Al momento dell'esordio commerciale in ottobre - con listino a partire da 17.750 euro e un gap di 800 euro rispetto alla corrispondente 3 porte - la Mini 5 porte presenterà la gamma completa e perfettamente speculare a quella della "sorella minore". Ci saranno quindi i 3 cilindri 1.2 a benzina (One da 102 cv e Cooper da 136) e 1.5 diesel (One D da 95 cv e Cooper D da 116). Tutte le motorizzazioni dispongono della tecnologia TwinPower Turbo e - a eccezione del diesel d'ingresso - sono disponibili con il cambio automatico Steptronic a 6 rapporti in alternativa al manuale di serie.

Più lunga di 161 mm, e con un passo cresciuto di 72 mm, la Mini 5 porte è omologata per altrettante persone. Ma il numero ideale è quattro, visto che la seduta centrale del divanetto posteriore (dall'accesso non sempre agevole per la limitata ampiezza delle porte "aggiuntive") è poco adatto, per spazio e conformazione, ai lunghi viaggi. Buone le dimensioni del vano bagagli, cresciuto di 67 litri rispetto a quello della 3 porte, e dotato di un volume che da 278 litri può arrivare a 941 abbattendo gli schienali posteriori.

Tra i tanti contenuti premium, testimoniati dalla qualità dei materiali e dalla cura delle finiture, particolare evidenza assume la possibilità (opzionale) di beneficiare della tecnologia full Led. In tal caso tutte le luci esterne (proiettori anteriori con ripartizione adattiva del fascio luminoso, gruppi ottici posteriori, luci di svolta, fendinebbia) si caratterizzano per la luce bianchissima tipica di questa tecnologia.

Gli ormai immancabili Led caratterizzano anche il nuovo look del grande strumento circolare centrale che accompagna la Mini fin dalla nascita: la cornice luminosa costituita da unità Led di 6 differenti colori offre una suggestiva (anche troppo) indicazione cromatica della situazione di guida istantanea o dell'esecuzione di alcune funzioni. Per esempio, il colore della cornice vira progressivamente dal verde al giallo e al rosso man mano che ci si avvicina a un ostacolo durante una manovra con il Park distance control attivato, oppure la lunghezza dell'anello luminoso decresce quando il navigatore segnala l'avvicinarsi di un punto di svolta o della meta.

Grande e ben leggibile, questo display centrale permette di gestire, tramite il controller sulla consolle centrale, tutte le regolazioni della vettura, le funzioni di infotainment, comunicazione, navigazione e connettività, i servizi connessi con il Mini Connect. Gli indicatori "storici" delle auto, e cioè il tachimetro e il contagiri, sono invece concentrati in due quadranti analogici circolari parzialmente sovrapposti, collocati dietro il volante proprio sotto gli occhi del conducente.

Inutile sottolineare che anche con 5 porte la Mini dispone dei più avanzati dispositivi elettronici di sicurezza e assistenza alla guida attinti al ricco arsenale BMW. Tra le innovazioni più significative, il Mini Driving Modes disponibile in opzione consente di scegliere tra tre diversi settaggi secondo le modalità Midi, Sport e Green. A questa, nell'ottica della guida più efficiente, si aggiunge la funzione Sailing che nelle vetture con cambio Steptronic disconnette la catena cinematica al rilascio dell'acceleratore quando la velocità è compresa tra 50 e 160 km all'ora. In tal caso, la vettura si mette a "veleggiare", riducendo al minimo consumi ed emissioni.

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Domenica 14 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 14:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA