STOCCARDA - Sul mondo del car sharing brilla la stella di car2go. E non è solo un modo di dire, visto che l'operatore leader nel settore del car sharing è un'emanazione del gruppo della Stella a tre punte. I dati del 2017 parlano chiaro: l'anno da poco concluso è stato addirittura trionfale per le smart (e in qualche caso anche le Mercedes) dalla livrea biancazzurra familiari agli abitanti di 14 città europee (4 in Italia), 11 del Nord America e una cinese.
Rispetto ai dodici mesi precedenti, nel 2017 i clienti sono aumentati del 30% a livello mondiale, raggiungendo una cifra ormai a ridosso dei 3 milioni. A riconfermare la leadership indiscussa nel campo del car sharing a flusso libero (cioè con la possibilità di prendere e lasciare l'auto in qualsiasi posto nell'ambito urbano di competenza) concorre anche il numero dei noleggi, che sono stati complessivamente 24 milioni.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica dell'utenza, sul podio come numero di clienti car2go si sono piazzate nell'ordine Chongqing, con 234.000 tesserati, seguita da Berlino con 219.000 e Madrid con 190.000. Mentre la crescita maggiore nell'utilizzo del servizio vede in testa Milano, con 678.000 noleggi, alle cui spalle si sono piazzare Berlino (622.000) e Amburgo (454.000).
Nel Guinness dei primati battuti da car2go bisogna inserire anche la durata media dei noleggi, che si è allungata del 30% grazie alla buona accoglienza riservata ai «pacchetti» introdotti da settembre proprio allo scopo di rendere più convenienti gli utilizzi prolungati delle vetture. «Tutte le località in cui operiamo – fa notare Olivier Reppert, Ceo di car2go Group – sono cresciute in tutte le aree di business, e i segnali di cui disponiamo lasciano presagire che il trend possa continuare anche nel 2018.
Se i risultati ottenuti dalla flotta car2go (circa 14.000 vetture in servizio nel mondo) sono andati al di là delle più rosee aspettative, lo stesso non si può dire sul piano del business, che stenta a far tornare i conti come ha dimostrato una recente inchiesta di Quattroruote che, esaminando i bilanci dei 4 più importanti operatori del settore – oltre a car2go, Enjoy, Drive Now e Share'ngo – ha rilevato perdite nel 2016 (i consuntivi 2017 non sono ancora disponibili) per complessivi 27 milioni di euro. Il che significa oltre 4.700 euro di perdita per ogni veicolo in servizio.
È uno scotto che le ingenti risorse dei grandi costruttori, ai quali spesso fanno riferimento le aziende di car sharing, pagano volentieri per accumulare un'esperienza solida (e un vantaggio competitivo) in un'attività destinata, seppure con gli opportuni aggiustamenti finalizzati a riequilibrare nel lungo termine il rapporto tre costi e ricavi, ad avere un ruolo fondamentale nella costruzione della mobilità del futuro, basata sull'integrazione tra diverse modalità di trasporto e sulla tendenza dei consumatori a sostituire il concetto di uso a quello di proprietà dell'auto.