ROMA - Che l’Italia sia il Paese delle strade dissestate non è certo una novità assoluta. A confermare questa tesi ci pensa poi lo studio effettuato dal SITEB - l’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade. In questo caso sono i numeri a raccontare una situazione che rasenta, per certi versi, la follia. Numeri che rivelano una cosa assolutamente importante: si fa troppo poca manutenzione. Dopo un 2016 chiuso in linea con l’anno precedente (+0,3%), nel primo quadrimestre i consumi di bitume in Italia hanno registrato un andamento negativo (-4,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel mese di maggio il gap si è parzialmente ridotto, ma, dopo 5 mesi, il saldo resta comunque negativo (-0,4%). Ancora più preoccupante se il riferimento è all’anno 2006. Perché nel giro di poco più di 10 anni si è passati da un consumo di 45 milioni di tonnellate di asfalto, a circa 23 milioni (l’anno di riferimento è il 2006). La traduzione? Non si fa abbastanza manutenzione e questo aggrava una situazione di per sé già al limite. Quindi si abbassa il livello della sicurezza stradale.
I due allarmi principali riguardano le strade comunali e le provinciali (130.000 km dei complessivi 600.000 km della rete nazionale). Queste ultime sono quelle maggiormente a “bollino rosso” per l’assenza di risorse economiche degli Enti che ne sono responsabili. SITEB stima che negli ultimi 8 anni si è fatto a meno di investire 10 miliardi di euro in manutenzioni e ora ne occorrono ben 40 per ripristinare in maniera adeguata lo stato di salute delle nostre strade.
E la situazione non sembrerebbe migliorare. Perché il mercato del bitume è fermo da anni, e non ci sono prospettive di miglioramento.