BOLOGNA - Sono stati 213, lo scorso anno in Italia, gli incidenti gravi con animali, che hanno causato 13 morti e 261 feriti: 199 impatti sono avvenuti su strade statali e provinciali, 14 sulle autostrade. Lo rende noto lo specifico Osservatorio dell’ Asaps, Associazione sostenitori della Polstrada. Nel 2020 gli incidenti erano stati 157 (+35,7%) e 164 nel 2019. In 199 casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico (93,4%), in 14 con un animale domestico (6,6%); 170 sono avvenuti di giorno, 43 di notte. Al primo posto di questa ‘classificà c’è la Toscana con 27 sinistri, seguono Lazio (25) e Lombardia (23). «È evidente - commenta il presidente dell’ Asaps, Giordano Biserni - che gli incidenti nei quali muore o rimane ferito solo l’animale con danni ai soli mezzi e non alle persone sono parecchie migliaia ogni anno ed è difficile fare un calcolo, perché in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni.
Quello degli incidenti con il coinvolgimento di animali, in particolare selvatici, specie in alcune zone ad alta frequenza per questo tipo di sinistri, richiede l’adozione di ulteriori e più efficaci strumenti difensivi per la sicurezza della circolazione». Tra i consigli dell’associazione, occorre che gli automobilisti e gli organi di polizia stradale segnalino il pericolo, creando una vera mappatura dei luoghi più a rischio, per i successivi rapidi interventi da parte degli enti proprietari delle strade, e questi ultimi dovrebbero installare reti ad alto impatto lungo le principali arterie, e curarne la manutenzione periodica, in modo da evitare pericolosi buchi a ridosso della carreggiata in cui potrebbero infilarsi gli animali. Gli automobilisti, a loro volta, debbono disinserire i fari abbaglianti, che potrebbero bloccare l’animale in mezzo alla carreggiata, e ricordare sempre che i maggiori rischi sulle strade avvengono nella tarda serata e nelle prime ore del mattino.