BOLOGNA - Sono stati 157 gli incidenti gravi con animali nel 2020 in Italia, che hanno causato 16 morti e 215 feriti: 151 impatti sono avvenuti su strade statali e provinciali, 6 in autostrada. Nel 2019 erano stati 164, 148 nel 2018. Sono i dati dell’Osservatorio Asaps, Associazione sostenitori polizia stradale, che domani il presidente Giordano Biserni presenterà in un’audizione alla Commissione Agricoltura del Senato, nell’ambito dell’esame dei danni causati all’agricoltura dall’eccessiva presenza di fauna selvatica. In 138 casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico (88%), in 19 con un animale domestico. Al primo posto tra le regioni c’è la Lombardia, con 17 sinistri, seguita da Emilia-Romagna (15), Piemonte (14) e Abruzzo (13).
In 110 casi a impattare contro un animale è stata un’ auto, in 58 un motociclo. «È evidente - spiega Biserni - che gli incidenti nei quali rimane ferito solo l’animale, con danni ai mezzi e non alle persone, sono parecchie migliaia ogni anno ed è difficile fare un calcolo, perché in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro sapendo che poi difficilmente verranno rimborsati i danni». Secondo l’Asaps gli enti proprietari strada dovrebbero installare reti ad alto impatto lungo le principali arterie, per evitare pericolosi buchi a ridosso della carreggiata in cui potrebbero infilarsi gli animali, ma occorre che automobilisti e organi di polizia stradale segnalino il pericolo, creando una mappatura dei luoghi più a rischio. Agli automobilisti l’Asaps ricorda inoltre di disinserire i fari abbaglianti, che potrebbero bloccare l’animale in mezzo alla carreggiata, e di evitare di sterzare bruscamente davanti all’animale.