Traffico in città

Sharing a rapporto, crescita vigorosa. Il 2° studio del comparto evidenzia le tante possibilità di espansione

di Sergio Troise
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ROMA - Prima o poi se ne dovrà occupare la sociologia, intesa come disciplina che studia i fatti e i fenomeni sociali considerati nelle loro caratteristiche costanti e nei loro processi: ci riferiamo alla diffusone della mobilità condivisa, ormai nota con la denominazione inglese di car sharing, fenomeno in crescente diffusione, che sta trasformando il nostro rapporto con l’automobile, passata dall’ambito dei beni di consumo a quello dei servizi.
Sebbene resista lo zoccolo duro degli inguaribili conservatori, è in crescita esponenziale il numero di individui che considera l’auto come un qualsiasi strumento di mobilità, più o meno paragonabile al tram, al bus, alla metro.

Questo nuovo modo di intendere l’auto ha favorito la diffusione della mobilità condivisa: l’auto non è più di proprietà dell’utente ma viene acquistata da una società di noleggio che la mette a disposizione, anche più volte in una sola giornata, di utilizzatori diversi, messi in condizione di prenotare anche tramite un’app sul telefonino, e di pagare in ragione dell’utilizzo. Il fenomeno è in crescita tumultuosa: in base ai dati emersi dal secondo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, nel 2017 ha fatto registrare nel nostro paese più di un milione di iscritti, con 7.679 veicoli impegnati, 35 città coinvolte e 62 milioni di km percorsi in un anno. Anche se al momento i Comuni con sharing mobility sono soltanto il 3% del totale (278, di cui il 58% al Nord, il 30% al Sud, il 12% al Centro), sono numeri ragguardevoli, soprattutto se paragonati a qualche anno fa, quando i primi operatori si affacciavano su questo territorio tutto da esplorare: rispetto al 2013 il numero di veicoli condivisi in Italia è quintuplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di 18 e 37 volte. Dal 2015 al 2017 la crescita di servizi è stata del 46%!

Aldilà di questo mutamento radicale nel modo di utilizzare l’auto emerge anche un dato incoraggiante legato a uno dei temi più caldi del momento: la salvaguardia ambientale. Il servizio viene infatti utilizzato all’interno di politiche di mobilità sostenibile e la quota di veicoli elettrici in attività è pari al 24% del totale. La città leader della sharing mobility è Milano, che negli ultimi 5 anni ha triplicato le auto disponibili e nel 2017 ha fatto registrare una media giornaliera di 15.000 noleggi, mantenendo stabile il tempo d’impiego medio (20 minuti) ma aumentando la produttività. Ciò detto, tra le quattro maggiori città in termini di diffusione dei servizi è Roma la città in cui si percorrono più km per noleggio, 8 per l’esattezza, seguita da Milano con 7,2, Firenze 6,2 e Torino 5,3. Milano, però, è la più virtuosa nell’impegno ambientale: nel capoluogo lombardo si concentra infatti il maggior numero di veicoli elettrici, grazie all’arrivo di Drivenow, uno dei più grandi operatori a livello mondiale, che ha affiancato società storiche come Enjoy e Car2go. Ciò detto, vale la pena ricordare che Modena, Bari e Firenze sono le città con la quota maggiore di auto a zero emissioni.

Ma la Sharing Mobility non è solo “noleggio breve” di auto. A parte bici e scooter (bike sharing e scooter sharing) che pure svolgono un ruolo significativo nel sistema, un’altra forma di mutamento nei comportamenti sociali è la diffusione del Car Pooling, ovvero quella che lo stesso Rapporto nazionale sulla mobilità definisce “l’evoluzione tecnologica dell’autostop”. Il sistema mette più persone in condizione di condividere le spese di trasporto su un unico veicolo, per andare al lavoro, per un viaggio o per un semplice spostamento in città.

Dominatore della scena, in questo campo, è BlaBlaCar, che nel 2017 ha raggiunto 2,5 milioni di iscritti in Italia ed è ormai leader europeo del settore. Il successo dell’originale formula di condivisione dell’auto ha richiamato anche altri operatori, come Clacsoon, Zego, Moovit, Scooterino, Jojob, Up2go, Bepooler: tutti, tra il 2015 e il 2017, hanno registrato una forte crescita degli iscritti, passati dai 72.000 del 2015 ai 265.000 registrati alla fine dello scorso anno (+ 350%). Il futuro? Secondo il Rapporto sulla Sharing Mobility anche la politica è impegnata nella promozione di misure che favoriscano la mobilità condivisa e indietro non si tornerà. Anzi, gli operatori già pronosticano che, com’è oggi per l’auto elettrica, “l’avanguardia della guida autonoma passerà innanzitutto per il car sharing”.
 

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Sabato 2 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-06-2018 22:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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