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AL-HOFUF – “Il settimo sigillo”, dallo svedese Ingmar Bergamm, che nel 1957 girò la celebre pellicola, al francese Sébastien Loeb, che nel 2023 ha vinto sette tappe dalla Dakar riservata alle auto, di cui sei consecutive, ossia tutte quelle della seconda settimana di gara disputate finora. Al volante dell'Hunter della ProDrive impiegato dalla Bahrain Raid Xtreme, il “cannibale” si è aggiudicato la penultima frazione del rally raid che si conclude domani a Damman, sul golfo Persico.
Le cronometrate spalmate su 675 chilometri complessivi sono state coperte da Loeb in 2 ore 26 minuti e 17 secondi. Nasser Al Attiyah (Toyota Gazoo) ha condotto il pick-up Hilux a quasi cinque minuti e mezzo dal vincitore della frazione, ma ancora una volta senza incidenti apprestandosi così alla passerella di domani con la quale festeggerà il quinto successo alla Dakar, il secondo consecutivo con il veicolo giapponese. Ancora sul podio, per la terza volta di fila, lo svedese Mattias Ekström, che con l'Audi elettrica ad autonomia estesa Rs Q e-tron E2 è arrivato al traguardo con un ritardo di poco sopra il minuto rispetto al principe del Qatar.
Addirittura clamoroso il piazzamento Eryk Goczal, il 17enne polacco che è il più giovane partecipante alla Dakar (con altri due veicoli sono in gara anche il padre e lo zio), che con il Can-Am Maverick Xrs Turbo è arrivato ai piedi del podio a meno di due e minuti e mezzo da Ekström. Lucas Moraes (Overdrive) ha chiuso decimo, giusto 4'' dietro Giniel De Villiers (Toyota Gazoo), difendendo così il suo prestigioso piazzamento nella classifica generale assoluta.
Al Attiyah è in testa alla corsa dalla seconda tappa e domani partirà per l'ultimo stage, una sorta di “formalità”, con un'ora 21 minuti e 42 secondi di vantaggio su Loeb, che pur volendo vincere per la prima volta la Dakar è riuscito a dare un senso alla gara dopo essere precipitato in ventottesima posizione con la sua straordinaria rimonta. Moraes, al suo debutto, salirà direttamente sul podio: un'impresa riuscita a pochissimi. Ari Vatanen, nel 1987, centrò addirittura il successo alla sia prima partecipazione, tra l'altro al suo rientro dopo il drammatico incidente del 1985 nel Rally d'Argentina. Il sudamericano ha un ritardo di oltre 14 minuti dal francese. Nella Top 10, nell'ordine le Toyota di De Villiers e Lategan, il Ford Raptor di Martin Prokop, l'Hilux di Huan Cruz Yacopini, il cinese Wei Han, Mathieu Serradori (Century Racing) e la Mini Jcw guidata da Sebastian Halpern.