L'Audi RS Q e-tron di Carlos Saniz impegnata alla Dakar

La Regina delle Dune: l'Audi all'esordio mostra il grande potenziale della trazione elettrica

di Giorgio Ursicino
  • condividi l'articolo

La prima Audi è solo nona al traguardo finale, ma nel team dei Quattro Anelli sono soddisfatti e felici come avessero vinto. E certamente non fingono. Forse fanno eccezione i piloti. Per quanto il programma iniziale sia stato in pieno rispettato, tipi tosti come Stéphane Peterhansel e Carlos Sainz non riescono a liberare la loro gioia (almeno a caldo...) se vedono scendere dal podio più alto della Dakar un avversario. E come se qualcuno gli avesse portato via la fidanzata... Anche se il “rapitore” è Nasser Al-Attiyah, un fratello di mille avventure, già compagno di squadra, che ha il rispetto di tutti, pure delle pietre delle piste. Ma è questione d’abitudine: i due hanno vinto per 17 volte la maratona delle dune. Gli ingegneri, invece, hanno una mente razionale e difficilmente si lasciano prendere dell’emozione. Quelli bavaresi, poi, che sono abituati a dominare le scenario, lo fanno solo quando la loro «avanguardia della tecnica» ha sbaragliato le truppe rivali.

Come è avvenuto nei Rally o alla 24 Ore di Le Mans. E c’è la sensazione forte che ciò avverrà pure alla Dakar dal momento che hanno dato il via libera alla motorizzazione elettrica anche nel deserto, scrivendo nella roccia quanto sia profonda la svolta energetica di Ingolstadt. C’erano pochi dubbi ma, ancora una volta, puntando sull’innovazione estrema, hanno visto giusto. Ora, arrivati a Jeddah, il sorpasso prima ancora di accendere i motori sembra una cosa possibile, anzi ineludibile. Chi avrebbe mai pensato poco più di un anno fa, però, di far scorrazzare nell’ignoto d’Arabia un’auto elettrica? Per avere i vantaggi della trazione ad elettroni non era obbligatorio pagare lo “scotto” dell’autonomia? Pare di no. Forse qualcuno si era sbagliato. E Peterhansel, un ragazzetto di 57 anni che un po’ se ne intende, ha sibilato che, a breve, tutte le vetture che affronteranno l’avventura dovranno essere così. Almeno se vorranno partire per vincere.

Audi non ha potuto lottare per l’apoteosi al debutto per imprevisti di “gioventù”. Un’ipotesi da mettere in conto per una macchina tutta nuova, nel progetto e nel concetto, iniziata a disegnare poco più di un anno fa e messa con le ruote in terra alla fine di giugno. L’handicap della RS Q e-tron è stato quello di non aver partecipato nemmeno ad una gara prima di sprigionare le enormi performance. Ma non c’era tempo. Certo, il prototipo è stato sottoposto a migliaia di cicli di prove al banco. Ma non è la stessa cosa perché e non c’è alcun simulatore in grado di riprodurre le condizioni di 500 km di fuoristrada, con sassi e polvere lanciati come da un frullatore impazzito. I principali problemi dell’astronave sono stati due. Forse in relazione fra loro. Ed entrambi non hanno nulla a che vedere con la tecnologica “power unit” messa in campo. Da una parte non hanno funzionato come dovevano le sospensioni. Dall’altra, non c’è stata l’occasione di sottoporre l’auto alla vigorosa cura dimagrante con la RS Q e-tron che concedeva alle avversarie quasi due quintali sulla bilancia.

Con questi “fastidi” la vettura è stata spesso la più veloce. Cosa accadrà quando i tecnici porteranno la belva in forma, al limite del peso consentito? Il sorriso sulla labbra dei piloti vale più di qualsiasi risposta. L’Audi, già nel prologo di capodanno, ha dimostrato di poter essere la migliore in termini velocistici. Poi, il giorno dopo, una Waterloo. Peterhansel rimane tutto il giorno a combattere per ricostruire la parte posteriore della macchina dove si era strappata una sospensione. Lo spagnolo Sainz sembrava un toro infuriato nel cercare un waypoint che, a detta di quasi tutti, non era riportato in modo chiaro nel roadbook digitale. Conclusione Dakar finita prima di cominciare, la prima Audi a circa due ore dalla volpe qatariota che aveva iniziato a mettere fieno in cascina. Un cazzotto nello stomaco. Il risveglio da un incubo che avrebbe messo ko chiunque.

Non certo i ragazzi di Audi Sport che a Le Mans hanno imparato che la parola fine si pronuncia solo al traguardo e prima di partire erano stati catechizzati per sviluppare il bolide per le esperienze future. In pochi giorni, in gara (forse qualche consiglio è arrivato anche dal remote garage in Germania...), hanno messo a posto le sospensioni e nella seconda settimana i Quattro Anelli hanno vinto da sole la metà delle tappe, mostrando l’enorme potenziale della trazione elettrica con la generosa coppia immediatamente disponibile e la grande precisione nel dosare la potenza. Si può quasi guidare con un pedale solo. Nulla sarà più come prima, la nuova era ha sedotto anche la Dakar.

  • condividi l'articolo
Sabato 15 Gennaio 2022 - Ultimo aggiornamento: 16-01-2022 11:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti