MILANO - La piazza del Quadrilatero dell’Hotel Portrait, all’iconico indirizzo di corso Venezia 11 nella zona più centrale di Milano Design Week (quella del Quadrilatero della Moda) è diventata ieri un nuovo ed esclusivo punto di incontro e aggregazione non solo per conoscere l’approccio legato alla carbon neutrality e circular economy di Audi ma anche per approfondire i temi del confronto fra design, architettura, tecnologia e natura. In questa esclusiva location milanese - culla di confronti umanistici già nei secoli scorsi - la giornalista Francesca Fagnani ha moderato gli scambi e guidato il racconto per un’interpretazione osmotica del futuro, partendo dal tema che costituisce il fil rouge del Fuorisalone, che - ha detto Gilda Bojardi, direttore Interni Magazine - «quest’anno è la re-evoluzione. Nell’innovazione dei materiali e in tutto ciò che ci aiuta a vivere un rapporto stimolante a difesa della natura». Grandi scambi di idee e momenti di confronto tra architettura e natura come quelli scaturiti dall’incontro con il designer & art director Gabriele Chiave che assieme a Controvento ha firmato l’installazione The Domino Act.
«Non c’è nulla che esprima meglio i concetti attualmente più vicini a noi - ha detto Chiave - come la forma del cerchio (riferendosi appunto alla forma della spettacolare opera ospitata piazza del Quadrilatero) nella sua semplicità. Un simbolismo che parla sia delle cause che della soluzione». Il fotografo ed esploratore polare Sebastian Copeland ha invece trasportato idealmente pubblico ed oratori nelle bianche atmosfere artiche, sottolineando che per non distruggere il pianeta occorre agire partendo da dove esistono già le soluzioni. «Trasporti e mobilità sono l’unico settore in cui abbiamo già la soluzione in mano per quanto riguarda le emissioni - ha detto Copeland - L’industria automobilistica è oggi la più capace di trasformare la società». Lo stesso Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia, non ha mancato di ricordare che »l’innovazione fine a se stessa è un atto di vanità e a volte le aziende ne sono soggette. La discriminante per noi è riconoscere ciò che è in grado di retrocedere e restituire vantaggi». Inevitabile spostare la discussione verso il mondo che verrà. Umberto Galimberti, filosofo e antropologo, ha ribadito che »il futuro non porta rimedio al passato. È il nostro darsi da fare che porterà a qualcosa. Bisogna ascoltare i ragazzi. E impiegarli per la loro potenza ideativa».
Un domani che non deve però preoccupare per i radicali cambiamenti che comporterà. Lo ha sottolineato la stessa moderatrice, ricordando come »in uno dei suoi romanzi Isacc Asimov faceva dire a un’intelligenza artificiale: non dispongo di dati sufficienti per dare una risposta sensata. Stasera è l’occasione giusta per darne qualcuna: per andare incontro al futuro più consapevoli e meno spaventati». Federico Marchetti, fondatore di Yoox e pioniere della sostenibilità nella moda, ha detto al riguardo che »nell’equilibrio tra uomo e macchina, il vero faro a cui bisogna guardare è l’armonia. I giovani non hanno sovrastrutture. Questo diventa un vantaggio quando fai innovazione».