Le due Mahindra in pista

Mahindra, la scoperta dell'India. Sede del team in Inghilterra e piloti D’Ambrosio e Wehrlein molto ambiziosi

di Massimo Costa
  • condividi l'articolo

ROMA - La Mahindra Racing è una delle squadre con più presenze nella Formula E. La struttura indiana, che ora farà tutto da sè non avendo più il supporto tecnico gestito dal team Campos, ha creduto fin dall’inizio nel progetto della serie elettrica per monoposto.
Mahindra, uno dei maggiori gruppi automobilistici dell’India, porta il nome del suo fondatore e dopo l’ingresso nel Motomondiale categoria Moto3, ha debuttato nella Formula E fin dall’avvio della serie elettrica. La squadra è cresciuta molto nel tempo e sotto la guida attenta di Dilbagh Gill si sta facendo largo.

Una vera battaglia dalla quale Mahindra ha evidenziato il proprio carattere di “piccola, ma vincente”. Se nel primo anno del campionato 2014/2015 il costruttore indiano si era piazzato ottavo nella classifica costruttori, già nella stagione 2016/2017 ha saputo piazzarsi in terza posizione dopo un eccezionale avvio di stagione che l’aveva anche vista al comando della classifica, rimanendo poi al vertice nel 2017/2018 grazie al quarto posto mentre nel 2018/2019 c’è stata una flessione concludendo in sesta piazza.
Quattro le vittorie ottenute fino a oggi, bottino che però non soddisfa mister Gill, alla ricerca della perfezione. In questi ultimi mesi, Mahindra ha operato una serie di cambiamenti a livello del personale tecnico mentre per quanto concerne i piloti si affiderà nuovamente al belga Jerome D’Ambrosio e al tedesco Pascal Wehrlein, entrambi ex F1 e schierati nello scorso campionato. In precedenza, Mahindra aveva impiegato l’indiano Karun Chandhok e Bruno Senna (nipote del grande Ayrton), entrambi con brevi esperienze in F1, poi Nick Heidfeld, un vero totem considerando la sua lunga permanenza nel Mondiale F1 con ben 183 Gran Premi disputati. Ma le prime vittorie conquistate da Mahindra recano la firma dello svedese Felix Rosenqvist, che ha portato la squadra indiana sul gradino più alto del podio a Berlino nel 2016/2017, a Hong Kong e Marrakech nel 2017/2018.

Questi due successi avevano proiettato Mahindra al comando della classifica riservata ai team, posizione tenuta nei primi due appuntamenti. Rosenqvist ha successivamente lasciato la Formula E per correre nella americana Indycar. Il quarto successo per Mahindra, lo ha invece siglato D’Ambrosio la scorsa stagione, vincendo a Marrakech, tracciato particolarmente favorevole a Mahindra. Per il campionato che scatterà in Arabia Saudita domani Mahindra avrà un motore inedito che non sarà più realizzato dall’italiana Magneti Marelli, ma dalla tedesca ZF con cui è stata siglata una nuova collaborazione tecnica che includerà anche il lavoro di sviluppo sul telaio, la fornitura degli ammortizzatori, del cambio e dell’elettronica per la M6Electro.

«Abbiamo al nostro fianco uno degli attori più importanti nella mobilità elettrica», ha commentato il responsabile della squadra Gill. ZF vanta già un grande bagaglio di esperienza in Formula E, essendo stata partner del team Venturi fino alla passata edizione, e nel 2018-2019 anche di HWA. Con l’ingresso in Formula E in forma diretta della Mercedes, ZF si è perciò legata a Mahindra. Nel frattempo è già partito lo studio di un nuovo propulsore per il 2020-2021, che verrà provato al banco all’inizio del prossimo anno.

Poche le modifiche alla livrea, che mantiene lo schema rosso-bianco-blu, ma include adesso qualche inserto azzurro proprio in conseguenza dell’accordo con ZF. Cosa aspettarsi dunque da Mahindra per la nuova stagione? Gill non ha fatto sconti, bisogna risalire la classifica. Non sarà facile, ma l’esperienza dello staff tecnico potrà sicuramente confrontarsi ad armi pari con i grandi costruttori europei e magari provare a fargli lo sgambetto.
 

  • condividi l'articolo
Domenica 15 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 17-12-2019 12:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA