Il ceo di Volvo Cars Hakan Samuelsson ritira il premio a Ginevra

Car of the Year 2018, è l'anno della Volvo che conquista con la XC40 il prestigioso premio per la prima volta

di Giampiero Bottino
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GINEVRA - Altro che crisi del settimo anno. Quello che un tempo veniva indicato come il punto di rottura (oggi molto più ravvicinato, secondo le statistiche) di molti rapporti di coppia non sembra avere avuto il minimo effetto sul «matrimonio» celebrato nel 2012 tra il Comitato organizzatore dell’Auto dell’Anno e il Salone di Ginevra, che da quel momento ospita ogni anno – alla vigilia della prima giornata stampa della rassegna – la proclamazione del vincitore e della consegna del relativo trofeo, in programma mentre nei padiglioni del Palexpo fervono gli ultimi, frenetici lavori di rifinitura degli stand.
 

 

Anche quest’anno la «liaison» tra la più importante rassegna europea del settore (e probabilmente la più completa ed esauriente a livello mondiale) e il più longevo, autorevole e ambito premio ha funzionato alla perfezione, con la consueta cerimonia, priva di fronzoli e di opinabile comodità, permeata da un pizzico di emozione che ha incrinato le prime parole di Frank Janssen, il giornalista tedesco da poco nominato presidente della giuria in sostituzione di Hakan Matson, il personaggio quasi mitico che dopo nove anni gli ha passato il testimone, privandosi di una soddisfazione che nessuno poteva prevedere ma che poteva rivelarsi quasi storica: essere lui, svedese, ad annunciare la prima coronazione di un’auto nata nel suo Paese. L’Auto dell’Anno 2018 è infatti la Volvo XC40, e per la prima volta la casa di Goteborg centra il bersaglio che in passato era sfuggito alla C40 nel 2007, all’accoppiata S60/V60 nel 2011, alla V40 nel 2013, alla XC90 nel 2016 e alla coppia di ammiraglie S/V90 l’anno successivo. Un risultato che premia l’ingresso di Volvo nel «nuovo e dinamico segmento delle Suv compatte – ha sottolineato il presidente e Ceo della casa svedese Hakan Samuelsson – con un prodotto che può dare un forte contributo all’ulteriore crescita del nostro brand».

A sorprendere non è stato tanto la scelta della vincitrice, che già in fase di pronostico godeva di ampia considerazione, giustificata dai 325 punti che ne hanno decretato il successo, quanto il distacco di ben 83 punti inflitto alla seconda e la stessa identità della «medaglia d’argento», la nuova Seat Ibiza che pochi si aspettavano così in alto e che invece ha dato una grande soddisfazione al presidente della casa spagnola Luca de Meo: «Proprio la Volvo insegna che è difficile vincere al primo colpo. È un risultato che ci dà fiducia, la speranza di fare meglio tra due anni quando potremo schierare la nuova Leon». Nel novero delle sorprese, ma questa volta di segno opposto, c’è senza dubbio la delusione italiana: attesa con fiducia sul podio, se non addirittura sul gradino più alto, la Stelvio è uscita dalle votazioni con lo scomodo ruolo di fanalino di coda, preceduta dalle altre 4 vetture che hanno superato la selezione finale del novembre scorso, e cioè (in rigoroso ordine di classifica) Bmw Serie 5, Kia Stinger, Citroën C3 Aircross e Audi A8.

Per chiarirne le cause, bisogna ricordare il regolamento: ciascuno dei 60 giurati – tutti giornalisti specializzati – ha a disposizione 25 punti da suddividere tra le finaliste, con l’unica limitazione di non poter assegnare più di 10 punti a un singolo modello. Il numero dei giurati per ognuno dei 23 Paesi dipende dall’importanza del singolo mercato. I big five – Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna – vantano 6 giurati ciascuno e hanno ovviamente un ruolo strategico. Ebbene, due di queste giurie nazionali – Germania e Regno Unito – hanno frenato la corda della Suv italiana Romeo attribuendole rispettivamente 7 e 5 punti. Gli stessi giurati italiani, pur conferendo alla Stelvio il giusto riconoscimento, l’hanno piazzata al secondo posto con 33 preferenze, attribuendo tre punti in più alla rivale che arriva dal grande Nord. D’altro canto, esaminando la «scheda elettorale» di ogni singolo giurato, che l’organizzazione del trofeo diffonde con ammirevole trasparenza, ci si rende conto che il gradimento per la XC40 è stato realmente quasi plebiscitario, a conferma di una vittoria più che legittima.

Sulla scia dell’Italia, anche i giurati di altri due grandi mercati – Francia e Spagna – hanno piazzato in cima alle loro preferenze la Suv svedese, che invece è arrivata seconda nel Regno Unito (alle spalle della Bmw Serie 5) e addirittura quarta nel ranking tedesco. A rendere inattaccabile il suo primato hanno contribuito molti altri mercati, visto che la XC40 ha superato tutte le concorrenti anche in Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia, Ungheria, Paesi Bassi, Norvegia, Turchia e Russia, dove i due giurati le hanno assegnato un primo posto in coabitazione con Bmw Serie 5 e Kia Stinger. Anomalo, ma coerente con la filosofia che ha contribuito a rendere così ambito e prestigioso il trofeo, il risultato ottenuto in Svezia, dove la concorrente di casa è stata appaiata dalla Bmw, e tutte e due hanno dovuto arrendersi alla supremazia dell’Audi A8, che le ha superate di 5 voti.
 

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Lunedì 26 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 27-03-2018 12:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2018-03-26 20:05:35
insomma, da quel che ho capito, un'auto che ha sbancato tra i giurati di tutta l'europa fuorchè per i tedeschi. non vi sorge qualche dubbio che più di qualche giurato sia di parte?