La svedese Koeniggseg Regera, una delle supercar più potenti ed esclusive presenti a Ginevra, sarà prodotta solo per 80 fortunati clienti

La potenza di Ginevra: tecnologia, consumi, sicurezza, ma anche supercar da sogno

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

GINEVRA - Il Salone dell’Automobile di Ginevra arriva alla 86ma edizione consacrandosi ancora una volta come il più importante per la quantità e la qualità delle novità, ma soprattutto il più potente. E non parliamo solo di influenza e autorevolezza, ma di quella che da sempre è l’essenza stessa dell’automobile: il vigore sprigionato dai motori che si trasforma in velocità a suon di equini non in tripla, ma in quadrupla cifra, e in più di un caso. Quello più eclatante è la nuova Bugatti Chiron.
 

Se la Veyron da 1.001 cv - saliti nel corso degli anni a 1.250 - nel 2005 era sembrata già un aeroplano, la nuova nata lascia attoniti con i 1.500 cv e 1.600 Nm del suo W16 8 litri quadriturbo. Il cambio è doppia frizione a 7 rapporti, la trazione è integrale e le prestazioni affrontabili solo da un pilota militare: 420 km/h autolimitati con un tachimetro che ha il fondoscala a 500, uno 0-100 in 2,5 secondi e uno 0-300 in 13,6 secondi. A 2,4 milioni di euro per 500 esemplari. Eppure la svedese Koeniggseg Regera promette di fare meglio e di essere ancora più esclusiva: stessi cavalli della Chiron, ottenuti però con un sistema ibrido e un’accelerazione che perde 3 decimi nello 0-100, ma recupera ben presto con gli interessi visto che i 300 km/h si raggiungono in 10,9 secondi e i 400 km/h autolimitati in meno di 20 secondi. Sarà solo per 80 clienti, ma non è neppure lei la più potente.

Lo scettro ginevrino della mandriana più dotata va infatti alla britannica Arash AF10: V8 6.2 sovralimentato e 4 motori elettrici che producono 2.100 cv venduti a 1,9 milioni di euro, un prezzo al cavallo che, se confrontato con quello della Bugatti, appare davvero conveniente. E di altre esotiche supercar dalla cavalleria sterminata ce ne sarebbero molte altre, ma gli sguardi dei 700mila visitatori saranno catturati da nomi ben più famosi, primi fra tutti quelli della Ferrari GTC4Lusso, evoluzione della FF con 690 cv, e della Lamborghini Centenario LP770-4 che celebra i 100 anni dalla nascita del fondatore Ferruccio.

Tutte e due hanno un V12 aspirato sotto il cofano e quattro ruote motrici e sterzanti, ma se la prima la potete ordinare con la vernice che volete, la seconda ha la pelle di carbonio a vista ed è già stata prenotata in tutti i suoi 40 esemplari alla modica cifra di 1,75 milioni di euro. Viene dall’Emilia e porta una dedica anche la Pagani Huayra BC, iniziali di Benny Caiola, primo cliente della factory di San Cesario sul Panaro. In questo caso i pezzi saranno solo 20 e il prezzo di 2,3 milioni di euro, per un’auto che ha solo 1.218 kg da mettere in sella agli 800 cv del suo V12 6 litri biturbo marchiato AMG. Stessa origine anche per quello da 5,2 litri e 608 cv della nuovissima Aston Martin DB11, prima auto del nuovo corso impresso dal braccio finanziario italiano dell’Investindustrial e dal cuore tedesco che ha tre lettere e altrettante punte di una famosa Stella.


Dal Regno Unito arrivano a Ginevra altri pezzi pregiati come la McLaren 570GT e la Jaguar F-Type SVR da 580 cv, tutte e due con V8 sovralimentato, uno “zerocento” abbondantemente sotto i 4 secondi e l’alone di chi può raggiungere (e superare) la soglia delle 200 miglia orarie (oltre 320 km/h). Il Palexpo svizzero è anche la rampa di lancio per la Radical RXC500 Turbo R. Non sapete che animale è? Le Radical sono le auto di serie - si fa per dire perché sono race car con la targa - che detengono i primi due tempi al Nürburgring e la nuova promette di battere il 6’48” della SR8LM, spinta dal V6 3.5 biturbo da 600 cv della Ford GT, anche lei presente al Salone. Ne faranno solo 21 e nel prezzo è compreso un corso di guida con istruttore personale proprio sui 20,8 km dell’Inferno Verde.

E i tedeschi? Ci sono eccome, con cavalli e cavalline. La mente va ovviamente a Zuffenhausen: la Porsche 911 R è una GT3 con qualche appendice e 50 kg in meno, due bande colorate in più e il cambio manuale al posto del PDK per sfruttare col massimo del gusto i 500 cv del 6-boxer 4 litri, l’ultimo degli aspirati Porsche poiché anche la 718 Boxster non solo passa al turbo, ma anche al 4 cilindri declinato in un 2 litri da 300 cv e un 2.5 da 350 cv. Cavalli tanti, ma da godere sul sedile di dietro sono quelli della BMW M760iL xDrive: anche lei ha 4 ruote motrici e sterzanti e sotto il cofano un V12 6.6, ma con 2 turbo, 600 cv tondi e nessuna voglia di urlare, ma se togliete loro le briglie dell’elettronica, sono pronti a portare l’ammiraglia con la M di Monaco (e di Motorsport) a 305 km/h.
 

  • condividi l'articolo
Lunedì 7 Marzo 2016 - Ultimo aggiornamento: 08-03-2016 12:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti