La nuova Opel Astra Sports Tourer

Due assi Opel, Astra e idrogeno. La Sports Tourer è la prima familiare elettrificata del marchio. Il van fuel cell costruito per tutto il gruppo

di Francesco Irace
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Opel ha recentemente lanciato sul mercato la nuova generazione della Opel Astra Sports Tourer, evoluzione della iconica e apprezzatissima station wagon tedesca. Realizzata nello stabilimento di Russelsheim, è la prima station wagon Opel che interpreta la filosofia stilistica ‘bold and pure’ con il nuovo volto del marchio Opel Vizor, esaltato da evoluti fari anteriori attivi Intelli-Lux LED Pixel. È dotata di tecnologie innovative e del posto guida Pure Panel, completamente digitale e dal funzionamento intuitivo. Come la versione hatchback, la nuova Sports Tourer (da 25.500 euro) spicca per i numerosi sistemi di assistenza alla guida adottati, come l’allerta incidente con frenata automatica di emergenza, il rilevamento pedoni, l’allerta in caso di involontario superamento dei limiti di carreggiata, il riconoscimento cartelli stradali, il rilevamento stanchezza e il cruise control con limitatore di velocità intelligente: tutti sistemi che fanno parte della dotazione di serie di ogni versione. Come da tradizione, la spaziosità del bagagliaio resta uno dei suoi principali punti di forza. Lunga 4,64 metri, offre una capacità di carico che arriva fino a 1.634 litri con il divano posteriore abbattuto.


 
La nuova Astra Sports Tourer è anche la prima SW elettrificata del marchio. Oltre ad offrire la motorizzazione 1.2 tre cilindri turbo benzina da 110 cv (consumo nel ciclo misto WLTP 5,7-5,5 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 129-125 g/km) con cambio manuale a sei rapporti, propone anche una efficiente versione plug in hybrid. Che, disponibile da 36.300 euro, garantisce una potenza di 180 cv e 360 Nm con un’autonomia in elettrico di 60 km (consumo nel ciclo misto WLTP 1,2-1,1 l/100 km, emissioni di CO2 pari a 26-25 g/km). Nell’ottica della strategia di elettrificazione della gamma, Opel sta recentemente lavorando anche su un fronte alternativo: l’idrogeno. Sempre nella fabbrica tedesca di Russelsheim, Opel produce infatti il nuovo Vivaro a idrogeno, destinato (insieme ai cugini Peugeot Expert e Citroen Jumpy) per ora al mercato tedesco e a quello francese. Tutto il gruppo Stellantis ha come obiettivo quello di produrre 1.000 veicoli commerciali a idrogeno nel periodo 2022-2023 e di arrivare a 10.000 unità entro il 2024. La piattaforma utilizzata (EMP2) è la stessa di quella dei van elettrici. 

La differenza, in questo caso, è che sul pianale (al posto di una porzione di batteria) ci sono tre serbatoi di idrogeno a 700 bar, abbinati a una batteria agli ioni di litio ad alta tensione situata sotto i sedili della cabina, dalla capacità di 10,5 kWh e dalla potenza di 90 kW (per la quale è previsto un caricabatterie trifase da 11 kW). I vantaggi di tale tecnologia riguardano principalmente tre aspetti. Il primo fa riferimento alle emissioni zero, come sui veicoli totalmente elettrici. Poi c’è un’autonomia dichiarata di 400 km nel ciclo di omologazione WLTP. E, infine, aspetto più interessante, bastano 3 minuti per fare il pieno di idrogeno. Tutto, senza che la capacità di carico dei van cambi rispetto a quella delle rispettive versioni termiche o elettriche. Insomma, si tratta di una tecnologia molto interessante. In Italia la commercializzazione non è ancora partita, ma si attende solo che l’infrastruttura – che oggi prevede sei stazioni di ricarica (Bolzano, Milano, Mantova, Livorno, Roma e Messina) – continui la sua espansione.

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Giovedì 30 Giugno 2022 - Ultimo aggiornamento: 11-07-2022 11:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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