L'hyper suv elettrico Lotus Eletre

Lotus, da Colin a Geely. Il brand fondato da Chapman chiude il cerchio. Un Suv elettrico apre la 2^ era sotto l’ala cinese

di Giampiero Bottino
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Pur non rinnegando il glorioso heritage, la Lotus che rinasce sotto le bandiere del gruppo Geely, il colosso cinese nella cui galassia orbita anche Volvo e che ha appena siglato con Renault un accordo strategico per puntare alla leadership mondiale dei powertrain (motori e cambi) a basse emissioni, si presenta con prodotti che anche come filosofia si distaccano nettamente dalla tradizione della casa fondata dal leggendario Colin Chapman e poi passata attraverso mille traversie. Intendiamoci, la sportività resta al centro delle strategie aziendali, e con essa il rigoroso mantenimento della E come iniziale del nome di tutti i prodotti, ma viene reinterpretata secondo le nuove regole che stanno ridisegnando l’automotive e che a Hethel si sostanziano essenzialmente in due priorità: elettrificazione ed esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Entrambe degnamente rappresentate dal più recente prodotto dell’era Geely: Eletre, hyper-Suv elettrico lungo 5,1 metri che segna una netta rottura rispetto alla tradizione, aprendo la strada a una nuova famiglia di prodotti strategici – altri tre modelli cosiddetti “lifestyle” saranno lanciati nei prossimi quattro anni – per conseguire un obiettivo che definire ambizioso è persino riduttivo: partire dai 1.600 esemplari venduti nel 2021 per arrivare nel 2028 a tagliare il traguardo delle 100.000 consegne. Sarebbe il modo migliore per celebrare l’ottantesimo compleanno del marchio.

Significative, in questo contesto, le parole di Peter Horbury, vice presidente e responsabile del Design Lotus: «Eletre rappresenta una rara opportunità creativa: la possibilità di partire da un foglio bianco e sviluppare un veicolo completamente nuovo, che porta il brand in una direzione radicalmente diversa. Un “Hyper-Suv” differente da tutti gli altri, per il quale la propulsione elettrica ha ispirato un design ‘cab-forward’ che riprende l’iconico schema a motore centrale delle sportive Lotus». Presentata a Milano unitamente alle strategie del brand, che nel capoluogo lombardo sta per aprire una sede responsabile anche dei mercati di Spagna e Portogallo, la prima Lotus a 4 porte e 5 posti e con un bagagliaio degno di questo nome (da 688 a 1.532 litri) è proposta in tre versioni, tutte con due motori alimentati da una batteria da 112 kWh: la base e la S dispongono di 619 cv, scattano da 0 a 100 in 4,5 secondi e raggiungono i 258 km orari, mentre la top di gamma Eletre R di cavalli ne ha 918, impiega meno di 3 secondi per raggiungere i 100 all’ora partendo da ferma e si spinge fino a 265 km/h.

L’autonomia è di 490 km nel ciclo Wltp, rispetto ai 600 garantiti dalla motorizzazione meno potente, e al caricatore da 350 kW bastano 20 minuti per recuperare 400 km di percorrenza. Il prezzo di Eletre, la cui produzione è affidata alla nuova fabbrica cinese di Wuhan, parte da circa 98.000 euro per arrivare a ridosso dei 155.000.
A fungere da “damigelle d’onore” all’evento milanese c’erano due vetture dell’era Geely, Emira ed Evija. La prima è una bella e filante sportiva classica sviluppata sulla nuova piattaforma “Sports Car Architecture”, ultima Lotus con motori endotermici: il 6 cilindri 3.5 turbo da 405 cv di origine Toyota, condiviso con Exige ed Evora, e il 2.0 turbo da 365 cv sviluppato da Amg. Le Evija, altra aggressiva coupé, è invece la prima vettura 100% elettrica del marchio, una hypercar da 2.000 cv capace di superare 320 km all’ora, impiegando meno di 3 secondi per arrivare da 0 a 100 e percorrendo fino a 345 km con un “pieno”. Produzione limitata a 130 esemplari, tutti già venduti a 2 milioni di euro ciascuno.

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Mercoledì 30 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 10:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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