La i Vision Dee (acronimo di Digital Emotional Experience) di BMW in 4 colori Innovativa ed intuitiva incarna la visione del brand sulla mobilità digitale del futuro

Auto sostenibili a 32 sfumature per nativi digitali. Al Ces va in scena la tinta dei veicoli in armonia con l’umore e con il contesto

di Nicola Desiderio
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«Ogni cliente può avere una vettura verniciata del colore che vuole purché sia nera» amava dire Henry Ford facendo capire che, per dare a tutti la libertà di muoversi, bisognava che le automobili fossero il più uguali possibile in modo da ridurne il costo e renderle accessibili. Oggi le cose sono cambiate e il cliente “software born” o nativo digitale non può accettare che un oggetto rimanga uguale a se stesso per tutta la propria vita, neppure se si tratta di un’automobile. Ma anche per questo le cose stanno per cambiare e lo si è visto all’ultima edizione del CES di Las Vegas dove la BMW ha presentato la i Vision Dee la cui carrozzeria, che darà forma alla Serie 3 di prossima generazione, può colorarsi di 32 tinte diverse e, per di più, anche assumendo fantasie degne dello stilista più fantasioso. La tecnologia è un’evoluzione di quella già vista al CES dello scorso anno sulla Vision iX Flow dove però le due uniche tinte possibili erano il bianco e il nero.

La tecnologia deriva direttamente dagli e-book, è definita appunto E Ink, ovvero inchiostro elettronico, e l’ha inventata nel 1996 Joseph Jacobson. Trattasi di pellicole che contengono microcapsule riempite di particelle ciano, magenta, giallo e riflettenti immerse in un liquido soggetto ad un campo elettrico. Attivando e regolando quest’ultimo, le particelle assumono configurazioni diverse che generano tinte diverse. In pratica è come un display CMYK, ma senza la retroilluminazione ed è applicato in 240 segmenti. Da qui la possibilità di creare fantasie, ma anche di trasformare la carrozzeria in un elemento funzionale. Si possono infatti creare simboli per comunicare con gli altri mezzi o con i pedoni, adattare la tinta all’utilizzatore e ai suoi umori oppure passare dal bianco al nero rendendo l’auto rispettivamente più fresca d’estate e più calda d’inverno e, in ogni caso più efficiente, poiché deve essere usata meno energia per raggiungere il clima interno ottimale, a tutto vantaggio dell’autonomia dell’auto elettrica oggi influenzabile per il 20-30% proprio da questo fattore.

Anche la Volkswagen segue lo stesso concetto, ma con scopi diversi e una tecnologia diversa. La ID.7 ha infatti una verniciatura formata da ben 40 strati, alcuni capaci di condurre corrente e altri di produrre luminescenza. In questo modo il concept tedesco esalta la sua camuffatura e, allo stesso tempo, fa capire quali possibilità può avere per la sicurezza una carrozzeria che si illumina di notte o inizia a lampeggiare nei pressi di un incrocio. Il sistema, governato da software, è applicato in 22 zone diverse che possono anch’esse cambiare colore andando anche al ritmo della musica. Anche Peugeot vuole dare alle proprie auto la capacità di cambiare colore sia per aggradare l’occhio sia per rispondere a precisi criteri di efficienza. E anche lei al CES ha presentato il concept Inception le cui ampie zone in cristallo sfruttano una tecnologia impiegata dalla Nasa per le visiere degli astronauti in modo che filtrino i raggi ultravioletti disegnando suggestivi effetti cromatici all’interno dell’abitacolo.

In più, la verniciatura contiene speciali pigmenti metallici che ne rendono meno dispendiosa l’applicazione e consentono di assumere i colori dell’ambiente circostante. Un modo forse meno digitale e attivo di cambiare tinta, ma in grado di rendere la vettura più sostenibile dando di essa l’immagine di un oggetto pronto a rispettare tutto ciò che la circonda senza imporgli nulla, neppure il proprio colore.

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Mercoledì 25 Gennaio 2023 - Ultimo aggiornamento: 18:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA