LAS VEGAS - Al mondo, se si escludono i Saloni dell'Auto in Cina, c'è un solo evento in cui le Case produttrici di veicoli, e soprattutto quelle che si occupano di componentistica e innovazione, crescono di anno in anno obbligando gli organizzatori a 'rubare' spazi all'esterno e nei centri congressi dei grandi alberghi. Ciò che accade a Las Vegas ogni gennaio, in occasione del Consumer Electronics Show (più noto come CES) è infatti significativo e più che giustificato in funzione della rivoluzione della mobilità che è ormai in atto.
L'elettronica applicata alle auto, ai veicoli commerciali e alle infrastrutture in città (non è esatto parlare ancora di smart city perché in effetti nel mondo sono ancora poche) rappresenta infatti un business di enormi dimensioni, quasi il 10% di una 'torta' che nel mondo vale il corrispettivo di 2.300 miliardi di dollari, e che gli analisti indicano in forte crescita (+8,7% medio) nei prossimi anni. Non deve stupire, dunque, che il CES apra le porte con crescente interesse ai nomi che operano in ambito automotive, mercato che vale ben più di quello militare e governativo (6,5%) e poco meno di quello 'consumer' - cioè la spesa dei privati per tutto ciò che è elettronico, ma esclusi i dispositivi di comunicazione - che arriva a sfiorare il 12%. Restano molto importanti il mercato dei sistemi elettronici per la sanità e l'industria (16,5%) e per il computer e le macchine da ufficio (26%), con la maggiore fetta che compete (e non può essere diversamente) alla comunicazione, cioè agli smartphone, ai tablet e agli altri device di ultima generazione.
Quello del CES è, da sempre, un grande melting pot (o un calderone, come diremmo in Italia) dove convivono e prosperano mille e mille segmenti dell'elettronica, ed in cui possono essere osservati trend, sconvolgimenti, forti progressi e anche 'rallentamenti'. Se ci limitiamo all'automotive, fra i temi ben noti agli addetti ai lavori - e di cui poco si parla - c'è quello della sicurezza digitale, sia per i sistemi elettronici on board (sempre più complessi e per questo anche vulnerabili) ma anche per quanto riguarda il collegamento degli smartphone all'infotainment. Gli addetti a lavori mettono in guardia sui rischi delle auto 'connesse' e quando si parlerà di sicurezza della circolazione - già dai prossimi mesi - non ci dovremo limitare alle sole infrastrutture stradali o ai guidatori, ma anche a fattori terzi purtroppo di sempre più difficile identificazione.
Altro tema di spicco al CES 2020 è quello della positiva interazione fra veicoli, device e App. A chi chiede 'come sarà l'auto del futuro?' non corretto rispondere 'sarà sicura, comoda e ad emissioni zero'. Questo veicolo - e lo dimostrano non solo le novità presenti a Las Vegas - in realtà non esiste e non può esistere, perché l'energia che muove qualsiasi macchina o alimenta qualsiasi dispositivo deve essere prodotta in qualche modo e perfino le pale eoliche o i pannelli fotovoltaici, nel loro ciclo vita, generano emissioni.
Il futuro, come provano ad anticipare alcune aziende automobilistiche più 'illuminate', mette parzialmente da parte le due e le quattro ruote. E disegna uno scenario dove l'uomo è il vero motore di tutto, che può operare attraverso ciò che la tecnologia mette a disposizione - dalle App per scegliere il car sharing o i mezzi pubblici fino ai modelli a idrogeno, a metano, a benzina, diesel di ultima generazione ed elettrici - e preservare la libertà di muoversi e l'ambiente dove farlo.