
Alonso il fenomeno: «Grande gioia, ora voglio Indianapolis»

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LE MANS Oggi la F.1 è lontana anni luce da Fernando Alonso. Con la vittoria nella 24 Ore di Le Mans da rookie, cioé da debuttante, lo spagnolo è tornato a legittimare l’immagine di supercampione totale che le F1 poco competitive guidate in questi anni gli avevano appannato. Alonso ci ha preso talmente gusto che per la prima volta ha parlato con orgoglio dei suoi progetti futuri. «Uno dei miei obiettivi è diventare campione del mondo Endurance. Per questo ho partecipato a Le Mans: non solo per quella gara». Seguendo la lezione dei piloti di moto, Alonso pensa insomma di sommare i titoli iridati anche di classi diverse per aumentare il numero di mondiali a mettere nel curriculum. Ma non solo: sogna la famosa Triple Crown. La Tripla Corona. Che nell’automobilismo è la vittoria nelle tre corse più prestigiose: il mondiale F1, la 500 Miglia di Indianapolis e appunto la 24 Ore di Le Mans.
Un solo pilota nella storia del motorsport ci è riuscito: Graham Hill che trionfò in F1 nel 1962 e 1968, a Indy nel 1966 e alla 24 Ore nel 1972. Alonso, visto che a 36 anni non può eguagliare Vettel e Hamilton per titoli mondiali F1, insegue questo simbolico primato. Ma non per la gloria, bensì per il significato sportivo. «In F1 puoi fare al massimo ciò che ti consente la monoposto con cui corri; se invece vuoi diventare il pilota più completo e maturo di tutti devi vincere in ogni categoria contro i migliori piloti di ogni serie di corse. Per riuscirci devi conoscere ogni minimo trucco e segreto. Per quello inseguo la Triple Crown: non è un trofeo ma vuol dire aver battuto gli specialisti di altre categorie nel loro terreno. È un obiettivo molto attraente».