
Vettore o carburante, l’idrogeno è il futuro della 24 Ore. L'ACO ha previsto come protagonista in corsa già dal 2018

Toyota, due future GT mostrate al Festival of Speed 2025 di Goodwood

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Wrc, assente Ogier. Tänak (Hyundai) all'inseguimento di Evans (Toyota) nel rally di casa. In Estonia si corre nel weekend
I detrattori potrebbero dire che è il Godot dell’energia e della mobilità, visto che se ne parla da decenni, ma non arriva mai. Eppure utilizzare l’elemento più abbondante in natura facendo a meno del carbonio è un sogno troppo bello per non continuare ad inseguirlo, anche e soprattutto per il momento, nelle competizioni. Stiamo parlando ovviamente dell’idrogeno del cui utilizzo da un po’ si discute anche nel motorsport, partendo proprio dalle corse di durata. Per questo l’Automobil Club de l’Ouest (ACO), che da sempre organizza la 24 Ore di Le Mans, ha avviato dal 2018 un programma che punta a definire un regolamento tecnico per una classe di vetture alimentate ad idrogeno, sia esso utilizzato come vettore energetico sia come carburante.
Nel primo caso, combinandosi con l’ossigeno all’interno delle celle a combustibile, produce energia per il/i motore/i elettrici di trazione emettendo solo acqua; nel secondo viene bruciato all’interno di un normale motore a pistoni.
All’inizio si parlava di portare la prima vettura ad idrogeno a Le Mans entro il 2024, poi la scadenza è via via slittata al 2028. Insomma, l’idrogeno fa Godot anche nelle competizioni, ma bisogna ammettere che le cose non si sono mai fermate. Il programma dell’ACO ha prodotto addirittura tre prototipi marcianti: l’LMPH2G (Le Mans Prototype Hydrogène Gazeux), l’H24 e, ultimo in ordine di tempo, l’H24EVO, dallo stile futuristico e che ha l’ambizione di pareggiare le prestazioni delle GT3.
Al suo sviluppo stanno partecipando aziende come TotalEnergies per i sistemi di rifornimento, OPmobility per i due serbatoi a 700 bar per i 7,8 kg di idrogeno, Symbio per lo stack di fuel cell da 300 kW mentre il motore è da 650 kW, alimentato con l’aiuto della batteria agli ioni di litio da 400 kW. Tra i partner ci sono McLaren, Multimatic, Michelin e Bosch che ha anch’essa sviluppato un proprio prototipo su base Ligier, ma che sfrutta l’idrogeno come combustibile per un motore V6 3 litri da 420 cavalli. Stanno studiando prototipi che impiegano motori alimentati ad idrogeno anche Toyota e Alpine. Il costruttore giapponese ha da tempo schierato nelle corse di durata giapponesi dapprima una Yaris e poi un Corolla, entrambe equipaggiate con il 3 cilindri 1.6 delle versioni GR, nel secondo caso impiegando idrogeno liquido.
L’obiettivo grosso è però un prototipo del tutto simile a quelli che corrono nella categoria Hypercar anticipato nelle fattezze della GR H2 Racing Concept e che potrebbe avere un V8 al quale Toyota sta lavorando insieme a Yamaha. Stessa intenzione ha mostrato l’Alpine con il concept Alpenglow, dapprima con motore 4 cilindri 2 litri da 340 cavalli e poi con un V6 3,5 litri da ben 740 cv e 9.000 giri al minuto alimentato con l’idrogeno contenuto in tre serbatoi da 2,1 kg con un sistema di alimentazione che prevede l’iniezione di acqua per limitare le emissioni di NOx ed evitare ogni forma di detonazione.
Il prototipo marciante ha già debuttato recentemente a Spa-Francorchamps e sarà presente in forma dimostrativa anche alla 24 Ore di Le Mans. Ma non è finita qui perché anche Hyundai, che entrerà nel WEC il prossimo anno con il marchio Genesis, ha l’obiettivo di portare in pista un prototipo alimentato ad idrogeno e chissà che non decida di farlo anche Honda, un altro costruttore impegnato nell’endurance con il marchio Acura e tra i maggiori sostenitori dell’idrogeno come tecnologia finale per la mobilità del futuro.