Un momento della premiazione a Padova

Porsche, a Padova non solo auto storiche e restauri doc: apre ai giovani con premi e iniziative speciali

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PADOVA - Una delle case automobilistiche che presta maggiore attenzione alla conservazione, al restauro e alla cura delle auto storiche è la Porsche, che in Italia ha la sua sede a Padova e al Salone che ogni anno, da 35 anni, viene organizzato nelle grandi aree della Fiera patavina, recita un ruolo di primissimo piano. In particolare, Porsche Italia è dal 2015 l’animatrice di un concorso dedicato al restauro, autentica “arte” prim’ancora che attività imprenditoriale, alla quale la Casa tedesca dedica molta importanza, vista la conclamata longevità delle auto costruite a Zuffenhausen.

All’edizione 2018 del concorso dedicato ai modelli Classic e riservato ai restauratori dei Centri Porsche della rete ufficiale, sono state iscritte otto auto dall’illustre passato: tutte di alto valore collezionistico, ma soltanto tre sono salite sul podio, in base alla classifica stilata da una giuria di esperti.

Ha vinto una 964 Carrera RS del 1992, restaurata dal Centro Porsche di Torino. Un’auto davvero molto particolare, a cominciare dal colore, viola Robinrot, raro ma assolutamente originale. Soprattutto, la Porsche premiata per il miglior restauro si distingue per la sportività accentuata dagli interventi operati sul motore e sulla carrozzeria (allargata tipo Turbo e alleggerita con l’impiego di porte in alluminio).

Una Porsche 356 B Roadster restaurata dal Centro Porsche Del Priore di Salerno, si è aggiudicata il secondo gradino del podio. L’auto, del 1966, ha suscitato ammirazione non solo per il fascino tipico delle vetture scoperte, ma anche per l’elegante accostamento cromatico tra il Blu Aethna della carrozzeria e il rosso degli interni. Al terzo posto un’altra auto decappottabile, una 911 Targa 2.4 S del 1973 presentata dal Centro Porsche Milano Est, uno dei concorrenti più accreditati e vincitore della scorsa edizione del concorso. In linea con le inconfondibili tinte Porsche dell’epoca anche quest’auto, verniciata in Blu Oxford e con interni in similpelle beige.

«E’ bello ritrovarsi a Padova, nel contesto di una manifestazione che è il punto di riferimento e d’incontro per tutti gli appassionati di auto classiche, compresi i nostri attivissimi club e registri Porsche» ha detto Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia -. «Per noi – ha aggiunto - questa edizione ha un significato particolare perché cade nell’anno del settantesimo anniversario del nostro marchio, al termine di manifestazioni organizzate dai concessionari di tutta Italia, tra cui le sei tappe dell’Italian Tour, con le visite al patrimonio artistico e culturale proposte ai partecipanti dal FAI, e soprattutto del Porsche Festival, che a Imola ha registrato una presenza record di oltre 6000 persone».

Ma aldilà degli eventi dedicati al 70° anniversario del marchio e dell’ormai rituale premio assegnato ai migliori restauri di auto storiche, Porsche Italia ha colto l’occasione del Salone di Padova per valorizzare una volta di più l’apertura verso i giovani, ovvero per avvicinare i “clienti del futuro” al brand. Un impegno portato avanti in più modi, e con apprezzabile concretezza, a cominciare dall’allestimento dello stand sotto i riflettori della fiera padovana: l’area espositiva è stata progettata infatti da designer under 35, in forza di una collaborazione tra Porsche Italia e la rivista di architettura The Plan. Tra i 72 progetti presentati è emerso “Looking for a Reflexion” dei catanesi LineaT Studio, che vedranno riproposta la loro idea di stand anche nell’edizione 2019 della manifestazione.

«Crediamo nei giovani e nella loro passione. E’ il motivo per cui collaboreremo anche con l’istituto CAPAC di Milano per la formazione di ragazzi da avviare alla professione di tecnici di restauro. In tal modo la passione può diventare anche un lavoro» ha detto Innocenti, soffermandosi sulle iniziative di Porsche Italia dedicate ai giovani e persino ai bambini. Sì, proprio i bambini: grazie a una singolare trovata dedicata ai possibili clienti Porsche del futuro, è possibile mettere un bambino al volante di un’auto della casa di Stoccarda dotata di doppi comandi, in un’area rigorosamente chiusa al traffico, e con l’assistenza di un istruttore. Unica condizione: che il bimbo sia alto almeno un metro e 40.

Per i più grandi, invece, è già partita quest’anno la prima edizione della Carrera Cup eSport, primo campionato monomarca virtuale dedicato ai sim-racer a partire da 16 anni. Un campionato che si svolge con simulatori di guida (a Padova ne sono stati allestiti due), che nel 2018 ha raggiunto più di 1300 registrazioni, con gare online e in autodromo, in contemporanea alle gare vere.

  • condividi l'articolo
Lunedì 29 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-12-2018 05:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA