La Suzuki Ignis

Corto giapponese, Suzuki svela la Ignis: il Suv super compatto con grandi ambizioni

di Nicola Desiderio
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PARIGI - A volte ritornano, e nel caso di Suzuki succede spesso, almeno per i nomi. La casa giapponese ci ha infatti abituato a riprendere denominazioni appartenute al proprio passato tirandoli fuori dal cassetto per battezzare nuovi modelli, come per Baleno e Vitara, e lo stesso accade con la Ignis che, con i suoi 3,70 metri di lunghezza, si propone come il Suv più piccolo del mercato. Per lei si tratta della prima europea visto che già lo scorso anno aveva debuttato al Salone di Tokyo, ma la propria strada la Ignis l’aveva iniziata proprio in Europa con il concept i-M4, presentato al Salone di Ginevra nel marzo del 2015 e al quale la nuova Ignis somiglia come una goccia d’acqua. Dirlo di un’auto il cui nome in latino vuol dire “fuoco” sembra un gioco di parole, ma allora quella sembrava una proposta di stile troppo distante dalle altre Suzuki per diventare realtà, invece non ha perso tempo resuscitando il nome appartenuto ad un’altra Suzuki prodotta dal 2000 al 2008.

Allora era un’auto che quasi faceva categoria a sé, oggi potrebbe essere paragonata alla Panda Cross 4x4 o alla Opel Karl Rocks, giusto per citare i nomi di altre due auto presenti al Salone di Parigi. La nuova Ignis però può mettere sul piatto la tradizione di Suzuki nel campo delle auto piccole e dei fuoristrada, un look decisamente accattivante e anche l’essere l’unica ibrida tra le avversarie. Lo stile, per quanto originale, l’altezza di 1,59 metri e i 18 cm da terra fanno il resto. Moderno e colorato l’abitacolo, la strumentazione raccolta dietro il volante e al centro della plancia il grande schermo del sistema infotelematico, dotato di tutte e tre le forme di specchiamento (Android Auto, Carplay e MirrorLink). Il vano di carico è da 267 litri, che diventano 227 sulle versioni dotate di trazione integrale Allgrip, capacità che in ogni caso può essere modulata e ampliata grazie al divanetto scorrevole e abbattibile. Per i motori si può scegliere tra l’1.2 Dualjet a doppio iniettore da 90 cv in versione “liscia”, anche con cambio robotizzato, o in versione “gasata” con l’ibrido SHVS già introdotto sulla Baleno. Si tratta di un sistema “leggero” composto da un motogeneratore da 2,3 kW e 50 Nm che, oltre a gestire il riavvio, interviene in fase di spunto e provvede a recuperare l’energia in rilascio.

Il suo intervento è quasi impercettibile, ma il vantaggio in termini di consumo sui percorsi urbani è almeno del 10% e i benefici per il bollo, l’accesso alle ZTL e per il parcheggio sulle strisce blu producono economie tangibili per l’utente. Ottima anche la dotazione di sicurezza con 6 airbag, il sistema che rileva la stanchezza del guidatore e, grazie alla collaborazione tra telecamera steroscopica e radar, ci sono la frenata autonoma anche in presenza di un pedone e l’avviso quando si superano inavvertitamente le linee di demarcazione della carreggiata.
 

 

 

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Sabato 31 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 16:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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