La Bugatti W16 Mistral è l'ultima dotata del motore W16 8 litri che ha equipaggiato le vetture di Mosheim dal 2005 ad oggi. Ne saranno costruiti 99 esemplari, tutti già venduti, a 5 milioni di euro, tasse ed extra esclusi

Bugatti W16 Mistral, il canto del cigno di un’era prima dell’elettrificazione

di Nicola Desiderio
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Per chiudere un’epoca con il cosiddetto botto, ci vuole un posto dove tutti hanno idealmente il naso all’insù. Non poteva dunque esserci occasione migliore del Concorso di Eleganza di Pebble Beach per presentare la Bugatti W16 Mistral, l’auto che celebra anche nel nome il motore che ha segnato l’era moderna nel marchio alsaziano, dal 2005 in poi, e cita il celebre vento che tira nel Sud della Francia evocando gli scenari della Costa Azzurra e della Provenza e, allo stesso tempo, un elemento fondamentale di questa esclusiva top car: la carrozzeria scoperta.

Storicamente le Bugatti senza tetto sono ben oltre il 40%di quelle prodotte. E alla Chiron, che è il modello portante di seconda generazione di quest’era della Bugatti, mancava proprio un derivativo senza cappello per onorare una tradizione fatta di tre ere distinte e che è al limitare di una quarta. La prima infatti è stata quella legata al fondatore Ettore Bugatti e alle sue creature tutt’ora inconfondibili, la seconda a Romano Artioli e alla EB110, la terza è quella sotto l’ombrello del gruppo Volkswagen e che è ruotata dapprima intorno alla Veyron e poi alla Chiron. La quarta è quella in cui la Rimac ne diventa l’azionista di maggioranza (55%) in una holding insieme a Porsche preparando un futuro dove non ci sarà più spazio per il colossale W16 e comincia l’era dell’elettrificazione.

Sorte forse inevitabile per le supercar, ancora di più se i nuovi proprietari sono tra i protagonisti dell’auto elettrica attraverso tecnologie sviluppate in casa e delle quali molti costruttori tradizionali si servono per portare avanti il processo di transizione. Per questo gli stessi uomini di Molsheim parlano di canto del cigno facendo capire che nel 2024, quando inizieranno le consegne ai 99 clienti che si sono già impegnati a pagarla 5 milioni di euro (tasse ed extra esclusi), sarà davvero l’inizio della fine di un tempo che non tornerà più. Per salutarlo il W16 8 litri quadriturbo, collegato ad un cambio doppia frizione a 7 rapporti e alla trazione integrale, si presenta nella sua versione più potente: 1.600 cavalli come sulla Chiron Super Sport 300+.

La W16 è derivata da quest’ultima anche per la scocca in carbonio, ma con adattamenti che vanno al di là della semplice soppressione del tetto e dei montanti per fare spazio ad una finestratura avvolgente e ad un profilo diverso dei fianchi e del cofano dotato di gobbe dietro ai poggiatesta, ma non solo. La musa ispiratrice è la Type 57 Roadster Grand raid del 1934, conservata presso al Museo Lowman de L’Aia e ci sono anche altre fonti storiche di ispirazione come le Type 40 e 41 Royale, la 55 Roadster e la 57SC Corsica Roadster. Lo stile delle luci invece riprende quanto già visto sulle Divo, La Voiture Noire e Bolide elaborando temi che potremo rivedere nelle Bugatti del futuro. Anche la calandra a ferro di cavallo è stata reinterpretata e resa più tridimensionale e larga.

Il tutto tendendo presente le esigenze dell’aerodinamica e del propulsore, capace di ingoiare fino a 70.000 litri d’aria quando marcia ai massimi regimi. Gli airscope, dal quale transitano prima di buttarsi nei 16 cilindri del motore, sono dotati di una speciale struttura in carbonio che funge anche da rollbar così da poter sopportare il peso della vettura e poter proteggere gli occupanti in caso di capottamento. Le prese d’aria vicino alla testa del guidatore e del suo passeggero servono anche a far arrivare alle loro orecchio il rumore dell’aspirazione che, insieme a quello dello scarico, al sibilo dei turbocompressori e al fruscio del vento formano la sinfonia sonora che rappresenta l’ennesimo simbolo di un’era che sta per finire.

Per fornire resistenza funzionale ed ulteriore eleganza con una qualità costruttiva senza pari, vi sono molte parti in materiale composito, in alluminio forgiato, ricavato dal pieno come il pomello del cambio o stampato in 3D, così come il titanio. I sedili sono in pelle antimacchia lavorata con intrecci che esaltano la qualità costruttiva artigianale e che troviamo anche sui pannelli porta. Ci sono anche il legno e l’ambra con il famoso elefante danzante realizzato da Rembrandt Bugatti, fratello del fondatore Ettore e presente anche sul cofano della già citata Type 41 Royale del 1929, spinta da un gigantesco 8 cilindri in linea da 12,7 litri di cilindrata e capace di erogare circa 300 cv. L’obiettivo ora per la W16 Mistral e di fare onore al suo nome dimostrando di essere davvero come il vento e diventare la vettura scoperta più veloce del mondo. La Veyron 16.4 Grand Sport Vitesse nel 2013 arrivò a 408.84 km/h con 1.200 cv. Con 400 cv in più la Mistral può ritoccare, e non di poco, questo limite consegnandosi alla storia con questo record.

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Martedì 23 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 20-10-2022 18:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA