La Rimac Nevera Time Attack celebra la conquista del record per auto elettriche di serie al Nürburgring. Ne saranno realizzati 12 esemplari, già tutti venduti.

Rimac Nevera Time Attack, dodici unità speciali per l’auto elettrica più veloce al Nürburgring

di Nicola Desiderio
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La Rimac Nevera è diventata l’auto elettrica di serie più veloce al Nürburgring fissando a 7’00”928 il tempo ottenuto sul tracciato da 20.600 metri e a 7’05”298 quello sulla variante da 20.832 metri, stracciando così il 7’25”231 fissato solo lo scorso giugno dalla Tesla Model S Plaid che aveva strappato questo record specifico alla Porsche Taycan Turbo S.

Il nuovo limite è stata fissato il 18 agosto scorso con un esemplare fornito di una magnifica livrea neroverde e avendo al volante il pilota Martin Kodrić, in concomitanza con l’annuncio al Monterey Car Week di una versione denominata Time Attack che sarà prodotta in soli 12 esemplari numerati. Il primo, dotato della stesa combinazione cromatica di quella che ha conquistato il record in Germania, è stato consegnato all’uomo d’affari Jeff Miller, primo cliente californiano di questa specialissima Nevera, direttamente da Mate Rimac, fondatore e amministratore della casa automobilistica di Sveta Nedelja che, tra i suoi azionisti, ha Hyundai, ma soprattutto Porsche con la quale condivide anche al 55% la proprietà della Bugatti.

Per ricapitolare brevemente che cosa sia la Nevera, parliamo di una coupè due posti dotata di 4 motori elettrici, uno per ruota, alimentati da una batteria a 800 Volt da 120 kWh di capacità formata da 6.960 celle cilindriche 21.700 e ricaricabile fino a 500 kW. Il sistema eroga in totale 1.408 kW e 2.360 Nm permettendo alla supercar croata di avere un’autonomia di 550 km, ma soprattutto di dichiarare una velocità massima di 412 km/h e uno 0-100 km/h in 1,97 secondi. In realtà la Nevera è stata capace di fare ancora meglio lo scorso maggio sul circuito di Papenburg confermando la punta massima e fissando ben 23 record con lo 0-100 km/h in 1,81 secondi, 0-200 in 4,42 s., 0-300 in 9,23 e lo 0-400 in 21,31 secondi rimanendo sotto i 30 s. includendo anche la frenata. Da ricordare anche che all’ultimo Festival della Velocità di Goodwood ha corso la cronoscalata in 49”32, il secondo tempo in assoluto e il primo per un’auto targata.

Numeri che lasciano senza fiato, frutto di una tecnologia della quale si servono i migliori costruttori mondiali e che hanno sedotto anche Nico Rosberg, il quale ha voluto essere il primo dei 150 clienti totali previsti per la Nevera ritirandola personalmente al quartier generale della Rimac. Per quanto riguarda invece le altre 12 Time Attack, non ci sono speranze: sono state tutte vendute ad un prezzo evidentemente superiore ai 2 milioni di euro previsti per la versione “normale”. Va detto anche che in questo record c’è anche uno zampino italiano rappresentato da Emilio Scervo, Chief Technology Officer di Bugatti Rimac e con un passato in Aston Martin, McLaren, Mercedes-AMG e anche Ferrari ed Alfa Romeo.

Il record è stato omologato dal TÜV SÜD con una vettura priva di modifiche e dotata di pneumatici Michelin Cup2R che non permettono di superare i 350 km/h (anche se nel

https://www.youtube.com/watch?v=6Y2zZlXmcU8

ha toccato per un istante 355 km/h). Ci sono dunque margini per migliorare visto che il record è stato ottenuto dopo soli 20 giri di prova – praticamente nulla per un circuito così difficile da memorizzare con le sue 72 curve, la carreggiata stretta e con fondo disomogeneo oltre che gibboso – e con condizioni di temperatura elevata. Sul filmato diffuso dalla stessa Rimac e visibile su Youtube è possibile sentire come l’unico rumore che si sente è quello del vento e vedere come la coppia assegnata a ciascuna ruota cambi in maniera rapida e continua per imprimere il cosiddetto torque vectoring.

Infine una curiosità sul perché le unità della Time Attack siano proprio una dozzina. Nel 2012 Mate Rimac trasformò una M3 in elettrica ottenendo dalla FIA la certificazione di auto a batteria più rapida in accelerazione. E la sua livrea era proprio quella in nero e verde della Nevera. Per quest’ultima tinta Rimac si ispirò al fenomeno della ionizzazione delle particelle che si verifica ogni volta prima di un forte temporale e dà vita ad effetti di colore verde. Una scelta dunque quasi scaramantica che è anche il simbolo di un’avventura imprenditoriale e tecnologica i cui esiti finali devono essere ancora visti.

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Giovedì 24 Agosto 2023 - Ultimo aggiornamento: 26-08-2023 10:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA