Se l’automobile elettrica chiama, Xiaomi risponde con la SU7, la prima auto realizzata dal terzo costruttore mondiale di smartphone che, come annunciato nel 2021 dal ceo Lei Jun, vuole diventare uno dei 5 maggiori costruttori al mondo di automobile entro 15-20 anni con un investimento iniziale pari a 10 miliardi di euro ed una gamma che sarà seguita a breve da altre 4 modelli dei quali un SUV già nel 2025.
La SU7 è una berlina sportiva lunga 4.997 mm, larga 1.963 mm e alta 1.440 mm con un passo di 3 metri netti. Lo stile è un mix tra la Porsche Taycan, le Tesla e la Lotus Emeya con i gruppi ottici anteriori che sono una via di mezzo tra quelli di una McLaren 750S stradale e le Porsche. Il risultato è complessivamente gradevole, pulito e soprattutto efficiente perché la sua aerodinamica e di efficacia straordinaria, con un cx di 0,195 e 120 kg di deportanza a 200 km/h. Il merito, oltre alle forme, va dato all’attenta conformazione di fondi, prese e sfoghi che accelerano i flussi laterali, il fondo e lo spoiler posteriore attivo. Da notare che anche le tinte per la carrozzeria ricordano quelle impiegate da Xiaomi per i propri Smartphone.
Forse è ancora più straordinario che la SU7 sia stata sviluppata in 1.000 giorni, dunque meno di 3 anni, un tempo record per qualunque costruttore figuriamoci per uno che finora ha fatto solo smartphone e tablet. Le tecniche di costruzione sono inoltre tra le più avanzate con l’impiego di gigapresse da 9.100 tonnellate per la parte posteriore del pavimento e una batteria portante del tipo CTB (Cell-To-Body). Elevato lo spazio dell’abitacolo, avvolto di 5,35 mq di superficie vetrata e sonorizzato da un impianto audio con 25 altoparlanti. Il bagagliaio posteriore ha una capacità di 517 litri e quello anteriore di ben 105 litri. Ovviamente di altissimo livello la parte elettronica con un’architettura basata su piattaforma Snapdragon 8295 con GPU Adreno da 3.1 TFLOPS e sistema operativo Xiaomi HyperOS che per aggiornarsi impiega al massimo 30 minuti.
Nonostante la dotazione tecnologica, ci sono manopole, pulsanti, e cursori fisici. Il guidatore potrà contare su uno schermo centrale orizzontale da 16,1”, una strumentazione su un display rotante da 7,1” che si nasconde a vettura spenta e un head-up display con risoluzione 3K e la cui superficie percepita è di 56”. Molto avanzato anche il pacchetto dei dispositivi per la guida assistita, basato su due microchip Orin X NVIDIA da 508 TOPS, grazie alla presenza di 11 videocamere, 3 radar millimetrici, 12 sensori ultrasonici e il LIDAR sul parabrezza che riescono a scandagliare tutto quello che c’è nel raggio di 160 metri intorno alla macchina (250 metri di fronte) e visualizzando la scena di fronte al guidatore. C’è anche la funzione di parcheggio automatico all’interno di un garage multipiano.
La SU7 avrà due sistemi di propulsione. Uno avrà la batteria LFP a 400 Volt da 73,6 kWh fornita dalla BYD con celle a lama e un motore posteriore da 220 kW e 400 Nm che fa parte della famiglia di propulsori curiosamente ribattezzati V6 e capaci di regimi di rotazione di 21.000 giri/min. In questa configurazione può percorrere 668 km (nel ciclo CLTC cinese), raggiungere 210 km/h e accelerare da 0 a 100 km/h in 5,28 s. Con la batteria NMC Qilin della CATL da 101 kWh l’architettura elettrica è a 800 Volt, la trazione integrale e i motori diventano due: uno da 220 kW anteriore e 400 Nm e il posteriore V6s da 275 kW e 500 Nm per un totale di 495 kW (673 cv) e 838 Nm. Le prestazioni: 265 km/h, 0-100km/h in 2,78 s. (con i 20” del launch control) e 0-200 km/h in 10,67 s. con il passaggio 80-120 km/h di 1,61 s. L’autonomia è di 800 km con una velocità di ricarica pari a 510 km in 15 minuti.
In questo caso l’impianto frenante è della Brembo con un 100-0 km/h in 33,3 metri, gli pneumatici sono montati su cerchi a 20” barra 40 e sono a larghezza differenziata tra ruote anteriori e posteriori. Il peso è in questo caso di 2.205 kg. Per la versione monomotore a trazione posteriore il peso scende a 1.980 kg e monta pneumatici 245/45 R19. La piattaforma, con una scocca costruita in alluminio e acciaio la cui rigidità torsionale è da record (51.000 Nm/grado), è stata denominata Modena e prevede sospensioni dal cinematismo raffinato: doppio braccio sovrapposto anteriore e multi-link posteriore. Secondo Xiaomi inoltre la zona posteriore realizzata in un sol pezzo permette di risparmiarne 72 e 840 punti di saldatura, non avere problemi per oltre 2 milioni di km e ridurre la rumorosità di 2 dB.
Si tratta dunque di una vettura che rispecchia l’ambizione di Xiaomi di rivaleggiare proprio con quelle vetture i cui elementi di stile sono ben presenti sulla SU7. Ma questo è solo l’inizio. La casa cinese ha infatti pronto un motore ancora più evoluto e potenze denominato V8 da ben 425 kW e 635 Nm, capace di girare fino a 25.000 giri/min e potrebbe essere impiegato su una versione ad alte prestazione della SU7 in grado di battagliare ad armi pari con la Tesla Model S Plaid, la Lotus Emeya R e la Zeekr 001FR. E se questo non bastasse, Xiaomi sta lavorando anche ad una batteria a 872 Volt da 132 kWh o 150 kWh che potrà garantire autonomie rispettivamente di 1.000 e 1.200 km, con un’altezza ulteriormente ridotta rispetto ai 120 mm di quella attuale e un rapporto tra volume utile e complessivo del 77,8%.
Xiaomi sta preparando anche un altro motore denominato V8s Hyper che raggiungerà 27.200 giri/min e avrà un’efficienza del 98,11% e una densità di potenza pari a 10,14 kW/kg, rispetto ai 6,22 kW/kg della Tesla Model S e ai 5,29 kg/kW della Porsche Taycan. Questi regimi e questi valori di densità saranno possibili grazie a parti in carbonio, in particolare per il rotore che avrà una resistenza pari a 960 MPa mentre il raffreddamento sarà ad olio con flusso bidirezionale con efficienza migliorata del 50%. Per raggiungere tali prestazioni ci sarà anche un inverter al carburo di silicio con un rendimento pari al 99,85%. In programma c’è lo sviluppo di un motore capace di raggiungere oltre 35.000 giri/min con l’obiettivo di diventare leader in questo settore che Xiaomi considera “core” come costruttore di automobili.
Xiaomi dunque sta compiendo uno sforzo tecnologico enorme, ma non sarà lei a produrre le proprie vetture. Per decisione infatti del Governo Cinese saranno costruite dalla BAIC presso uno stabilimento nei pressi di Pechino al ritmo di 100mila unità all’anno con un prezzo che, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe partire da oltre 300.000 yuan ovvero poco più di 38mila euro, una soglia sicuramente bassa per quanto Lei Jun, nel corso di una presentazione durata oltre 3 ore e mezza e andata in diretta su YouTube, abbia sottolineato più volte che Xiaomi punta ad un posizionamento non certo basso. Nessuna notizia invece sulla commercializzazione in altri paesi, né sui modi né sui tempi.