La strada che devono percorrere i biocarburanti è poco chiara e piena di asperità: è quanto emerge da una relazione della Corte dei conti europea che mette in luce come ‘l’assenza di una prospettiva a lungo termine abbia inciso sulla sicurezza degli investimenti, mentre i problemi di sostenibilità, la corsa alla biomassa e i costi elevati ne limitino la diffusionè. Il tema è di particolare importanza in piena transizione dall’ auto a combustione interna (benzina e diesel) all’ auto elettrica dal 2035 nella Ue. I carburanti sintetici e i biocarburanti possono essere un’alternativa, tuttavia l’Unione europea ha per ora aperto ai primi e non ai secondi. I biocarburanti sono considerati un’alternativa ai combustibili fossili, con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti e a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento della Ue. Per il periodo 2014-2020 sono stati assegnati circa 430 milioni di euro di fondi europei a progetti di ricerca e alla promozione dei biocarburanti.
Tuttavia, il passaggio dalla fase iniziale di ricerca in laboratorio a quella di produzione può richiedere come minimo dieci anni. A ciò si aggiungono i frequenti cambiamenti nelle politiche, nella normativa e nelle priorità relative ai biocarburanti, che hanno reso il settore meno allettante e hanno inciso sulle decisioni degli investitori.Dice il resonsabile della relazione Nikolaos Milionis: ‘Con i biocarburanti si mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e a rafforzare la sovranità energetica europea. Tuttavia, con l’attuale politica in materia di biocarburanti, la Ue sta vagando senza una mappa e corre il rischio di non raggiungere la destinazionè.L’assenza di una tabella di marcia chiara è un problema messo in particolare evidenza dagli auditor della Corte. Di scuola il caso dell’aviazione. Essendo un settore difficile da elettrificare, i biocarburanti avanzati potrebbero rappresentare una buona opzione di decarbonizzazione. La nuova normativa ReFuelEU Aviation, adottata nel 2023, ha fissato il livello richiesto di carburanti sostenibili per l’aviazione - inclusi i biocarburanti - al 6% per il 2030, cioè a circa 2,76 milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Al momento, però, la capacità di produzione potenziale nella Ue raggiunge a malapena un decimo di quella cifra. Inoltre, non esiste ancora una tabella di marcia a livello Ue sul modo in cui accelerarne la produzione, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti. Il futuro dei biocarburanti è molto incerto anche nel settore del trasporto su strada.
La scommessa ambiziosa sulle auto elettriche e la fine della vendita di auto nuove a benzina e a diesel prevista per il 2035 ‘potrebbero far sì che i biocarburanti non abbiano un futuro su larga scala nel settore del trasportò.La Corte ha anche evidenziato tre problemi cruciali che i biocarburanti si trovano ad affrontare sul campo: sostenibilità, disponibilità di biomassa e costi. I benefici dei biocarburanti sull’ambiente ‘sono spesso sovrastimatì. Ad esempio, i biocarburanti derivanti da materie prime che richiedono terreni coltivabili (e che potenzialmente implicano deforestazione) potrebbero incidere negativamente su biodiversità, suolo e acqua. Questa situazione suscita inevitabilmente questioni etiche riguardanti l’ordine di priorità tra beni alimentari e carburanti. Inoltre, la disponibilità di biomassa limita la diffusione dei biocarburanti, indica la relazione. La Commissione europea si aspettava di ottenere un aumento dell’indipendenza energetica grazie ai biocarburanti. Tuttavia, la dipendenza da paesi non-Ue (ad esempio, le importazioni di olio da cucina esausto da Cina, Regno Unito, Malaysia e Indonesia) è in realtà aumentata drasticamente a causa della crescente domanda di biomassa nel corso degli anni. Il problema è che il settore dei biocarburanti si contende le materie prime con altri settori, in particolare quello alimentare, ma anche quello dei prodotti cosmetici, farmaceutici e delle bioplastiche. Infine, i biocarburanti sono più cari dei combustibili fossili e, di conseguenza, ‘non sono ancora economicamente sostenibilì.
Le quote di emissione sono attualmente meno costose della riduzione delle emissioni di CO2 ottenuta utilizzando i biocarburanti, non sempre favorita dalle politiche di bilancio dei paesi della Ue. Tutto ciò ‘significa che la diffusione dei biocarburanti avanzati è più lenta del previstò. Come richiesto, tutti i paesi Ue hanno imposto obblighi ai fornitori di carburanti, per far sì che la percentuale di energie rinnovabili fosse almeno del 10 % entro il 2020 nei settori del trasporto su strada e ferroviario, e del 14 % in tutti i settori dei trasporti entro il 2030. Ciononostante, gran parte dei paesi Ue (per citarne solo alcuni: Grecia, Polonia, Romania, Francia e Spagna) non ha raggiunto i propri obiettivi.