TOKYO - La Daihatsu sospenderà le spedizioni di tutti i modelli di auto attualmente in produzione sia in Giappone che all’estero, a fronte di presunte manipolazioni dei test di sicurezza. Lo ha annunciato la casa auto nipponica che è una controllata della Toyota, a seguito dell’esito del rapporto di una commissione indipendente istituita a inizio anno per far luce su anomalie emerse per la prima volta ad aprile. L’indagine ha identificato 174 nuovi casi di cattiva condotta su test che hanno riguardato 25 veicoli, oltre a quelli già segnalati precedentemente, il più vecchio dei quali era risalente al 1989, ha dichiarato Daihatsu, aggiungendo che i risultati della commissione sono stati riportati al ministero dei Trasporti di Tokyo.
La decisione è arrivata dopo che il costruttore di miniveicoli ha riconosciuto all’inizio di quest’anno la manipolazione dei dati nei test di collisione per sei dei suoi modelli, compresi quelli venduti in Tailandia e Malesia, coinvolgendo un totale di 88.000 veicoli. In una conferenza stampa tenuta a Tokyo il presidente di Daihatsu, Soichiro Okudaira, si è scusato per lo scandalo ammettendo di «aver tradito la fiducia dei propri clienti, riconoscendo che tutto il biasimo ricade sulla sua gestione». Dello stesso avviso il vicepresidente esecutivo di Toyota, Hiroki Nakajima, rammaricato per non aver riconosciuto il potenziale sovraccarico di produzione da parte di Daihatsu, impegnandosi a fornire «pieno supporto» per una revisione delle operazioni della controllata. Il ministero dei Trasporti ha dichiarato che condurrà un’ispezione in loco nella prefettura di Osaka già da giovedì. Fondata nel 1907 e specializzata nella produzione di motori a combustione interna, l’azienda con sede a Osaka ha introdotto il suo primo veicolo a tre ruote nel 1931, prima di essere acquisita dalla Toyota nel 1967.