BRUXELLES - Più tempo alle case costruttrici per adeguarsi ai nuovi, più stringenti standard previsti dal regolamento Euro 7 ma anche introduzione, per la prima volta, di limiti per le emissioni derivanti dall’usura di pneumatici e freni. Sono queste alcune delle principali novità previste dalla proposta legislativa varata oggi dall’assemblea del Parlamento europeo con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni. Prima di essere approvata definitivamente la proposta - che fissa anche nuove disposizioni per la durata minima delle batterie - dovrà essere oggetto di negoziato con il Consiglio e la Commissione Ue nel corso del cosiddetto ‘trilogò. Ma intanto è stata accolta come «un successo per l’Italia» dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il quale ha parlato di una «svolta netta e significativa» poiché il testo varato dalla plenaria risulta «profondamente migliorato» rispetto alla proposta iniziale della Commissione e «risponde a una visione concreta e pragmatica» della realtà.
Lo stesso Urso ha sottolineato come, in occasione della votazione sul nuovo regolamento, all’Europarlamento si sia venuta a costituire una «nuova maggioranza politica» di centro-destra. In effetti sul dossier la maggioranza Ursola, che fin dalla sua nascita sostiene la Commissione europea, si è spaccata. A votare in favore della proposta sono stati i gruppi Ecr, Ppe e Renew nella loro quasi completezza e una buona parte del gruppo Id, quello di cui fa parte la Lega. I socialisti si sono invece spaccati: la maggioranza del gruppo, inclusa la delegazione Dem, ha votato contro perchè favorevole a un testo più ambizioso rispetto a quello varato. Il quale prevede, tra l’altro, il rinvio di due anni della sua applicazione per le auto e di almeno quattro per i mezzi pesanti. I nuovi, più stringenti limiti riguarderanno comunque le emissioni inquinanti di ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca. «Abbiamo raggiunto con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori», ha detto il relatore del provvedimento Alexandr Vondra, del gruppo Ecr). «Sarebbe controproducente attuare politiche ambientali che danneggiano sia l’ industria europea che i suoi cittadini».
Sulla stessa linea Massimiliano Salini di Fi e la delegazione della Lega. Più cauto il commento dell’ industria automobilistica europea rappresentata dall’Acea, secondo la quale Euro 7 «ha ancora un prezzo elevato e si colloca in una fase molto critica per la trasformazione del settore». Sul fronte opposto i Verdi, che parlano di «occasione mancata» e il Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori. «Il nuovo regolamento - si legge in una nota - è più vicino a un aggiornamento minimo dell’ Euro 6 che a una nuova generazione di regole sulle emissioni». Tuttavia, rileva l’organizzazione, la proposta di istituire un ‘passaporto ambientale dei veicolì a livello Ue potrebbe essere d’aiuto soprattutto per gli acquirenti di auto di seconda mano.