Il mercato auto italiano del nuovo continua a essere lontano dai livelli pre-pandemia, tuttavia, il parco circolante cresce e aumenta l’età media delle vetture in circolazione. È quanto emerge dall’analisi del settore autoveicoli in Italia a cura del Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, nella XXIV edizione del Book 2023. Ricordando che in Italia, nel 2023 sono state immatricolate 1,566 milioni di unità, circa 250mila vetture in più rispetto al livello del 2022, il dato è ancora lontano dai 1,917 milioni del 2019. A differenza delle immatricolazioni, il parco circolante presenta una curva sempre in salita, che dai 34,3 milioni del 2009 sale a oltre 40 milioni nel 2023, trascinando in su nello stesso tempo anche l’età media delle vetture, da 7,9 anni a 12,5 anni circa, con evidente rallentamento del processo di rinnovo e impatti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute. Infatti, degli oltre 40 milioni di vetture circolanti nel 2023, ben 9,3 milioni (il 23,2%) sono ante Euro 4, con oltre 18 anni di età. Analizzandolo in base all’alimentazione, il parco circolante delle autovetture a fine 2023 risulta composto per l’84,8% da auto a benzina e diesel; sono in crescita le ibride a quota 5,3% e le auto a Gpl al 6,5%.
Seppur ancora poco rappresentative, le vetture elettriche salgono a 220.000 auto circolanti e le ibride plug-in a 242.000 unità (complessivamente le ECV sono l’1,1% del totale). Per quanto riguarda il solo 2023, invece, le immatricolazioni di auto a benzina sono salite del 22,5% a quota 28,6% del totale e le diesel hanno perso oltre 2 punti di quota (al 17,5%) anche se le immatricolazioni sono aumentate complessivamente del 6,1%. Sono salite al 36,1% di quota le auto ibride e del 20,2% le immatricolzioni di auto a Gpl, che guadagnano così un decimo di punto, salendo a quota 9,1%. Hanno deluso invece le attese per la decarbonizzazione: le auto elettriche pure nel 2023 hanno guadagnato appena mezzo punto, fermandosi al 4,2% di quota (con 66.300 immatricolazioni) e le vetture plug-in hanno perso 0,7 punti, scendendo al 4,4%. Ne consegue un peggioramento dei dati sulle emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, risalite nel 2023 a 119,5 g/Km dopo un trend in calo nei precedenti 4 anni, con una performance lontana dalla media dei 27 Paesi Ue, pari a 110 g/Km. Anche nel 2023 l’Italia si è confermata infatti all’ultimo posto fra i Major Markets europei per quota di auto “con la spina”, all’8,6% di quota complessiva, superata anche dalla Spagna con l’11,9%. In Francia BEV e PHEV insieme valgono il 26% del mercato, in Germania il 24,6% (in calo per l’esclusione dagli incentivi delle PHEV, e a seguire anche delle BEV per le persone giuridiche), nel Regno Unito il 23,9%.
Con riferimento alle tipologie di acquirenti, i privati, seppure in crescita con quasi 880.000 immatricolazioni segnano hanno segnato una contrazione di quota, che ha perso 2,7 punti scendendo al 56,2% del totale. L’età degli acquirenti privati è salita, in un simbolico parallelo con l’invecchiamento del parco: le due fasce più ‘maturè (55-65 anni e oltre 65 anni) sommate, negli ultimi 18 anni aumentano progressivamente dal 25,3% al 43,5% la loro quota nelle immatricolazioni di auto a privati, in coincidenza con l’aumento di queste fasce anche sul totale della popolazione italiana. È proseguita nel 2023 l’espansione del noleggio a lungo termine, salito di un altro punto al 24,1% di quota, con circa 378.000 immatricolazioni, beneficiando della crescente diffusione di questa modalità di utilizzo da parte delle società, che coprono il 75% del totale del canale. Nonostante la costante crescita della domanda business, l’Italia continua comunque a registrare la quota più bassa di auto aziendali rispetto agli altri Major Markets europei: l’Italia ha quasi 9 punti percentuali in meno della Francia, oltre 11 punti in meno della Spagna, 12,5 punti indietro dal Regno Unito e quasi 23 punti dalla Germania che ha la più alta quota di domanda business, al 67,2%. Infine, nel 2023 il fatturato totale generato dalla vendita di autovetture nuove è salito di oltre 10 miliardi, a 46,8 miliardi di euro: +28,6% a fronte di un aumento dei volumi immatricolati del 19%. I prezzi medi sono aumentati dell’8%, in conseguenza di aumenti a doppia e tripla cifra del costo delle materie prime e dell’energia. In salita anche il gettito Iva incassato dall’Erario, pari a 8,44 miliardi di euro, superando i livelli pre pandemici.