Lotus, l’arrivo del Super Hybrid ritarderà il passaggio alla produzione di sole vetture elettriche
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Con la tradizionale cerimonia del suono della campanella Lotus Technology sarà quotata oggi alla borsa Nasdaq di New York subentrando alla L Catterton Asia Acquisition Corp, una società di acquisizione per scopi speciali (Spac). Lo farà per la seconda volta nella sua storia (era già accaduto nel 1968 per volontà del suo stesso fondatore Colin Chapman) puntando ad una quotazione che valorizzi la stima di 5,5 miliardi di dollari fatta per Lotus Technology e che donerà alla società 880 milioni di dollari raccolti dai primi investitori nel periodo precedente alla quotazione. Qingfeng Feng, ceo di Lotus Tech - che fa parte, com’è noto, del gruppo cinese Geely - ha dichiarato che la quotazione negli Stati Uniti «rappresenta un passo significativo nella strategia ‘Vision80 dell’aziendà, che ha l’obiettivo di stabilire una presenza globale nel settore della mobilità sostenibile di lusso».
L’azienda si presenta agli investitori con una storia di crescita basata oggi su una gamma di auto elettriche premium vendute in Cina, Europa e Stati Uniti. Lotus prevede di collocare oltre 76mila auto all’anno entro il 2025, grazie al suv elettrico Eletre, alla berlina Emeya e all’Emira, ultimo modello sportivo con motore a benzina. Con l’arrivo di un suv elettrico più piccolo - di cui Lotus prevede di vendere ulteriori 80 -90mila unità - il volume dei ricavi dovrebbe salire sensibilmente nella seconda metà del decennio. Lotus ha l’obiettivo di un margine di profitto del 4% per il 2025.